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la mostra fotografica
06 Luglio 2024 - 18:11
Una spiaggia affollatissima della Cina
«In Cina ho viaggiato molto, ho osservato molto, ho scattato molte fotografie. Ho anche bevuto molto tè mentre ascoltavo le interminabili recitazioni delle ultime versioni della dottrina del Partito. Ma capire il pensiero cinese, la sua mentalità è così difficile che io lascio questa sottile arte dell’analisi ad altri commentatori». Per lui parlano le sue foto. Il suo primo scatto, quello che ritrae una donna in un treno diretto a Canton, Marc Riboud l’ha fatto nel 1956 in Cina. Da allora il fotografo francese (scomparso nel 2016) della prestigiosa Agenzia Magnum Photos è tornato più volte in Cina - l’ultima volta nel 2010 - per testimoniare le trasformazioni che hanno interessato questo grande Paese d’Oriente, a partire dalla rivoluzione di Mao, trasformazioni quasi sempre nascoste agli occhi degli stranieri. Ma questo gigante economico, seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti e con oltre 1,4 miliardi di abitanti, non ha mai smesso di cambiare, di evolversi, tanto che, come ha detto un altro grande fotografo della Magnum, Martin Parr, «la Cina di oggi assomiglia molto a Chicago».
Sono di Marc Riboud e di Martin Parr le immagini esposte al Forte di Bard nella mostra “China. Dalla rivoluzione culturale alla superpotenza globale”, che si è inaugurata venerdì scorso (rimarrà allestita fino al 17 novembre). Un progetto fotografico inedito curato proprio dal fotografo inglese Parr e promosso dal Forte di Bard e Agenzia Magnum Photos. Oltre 70 scatti documentano questa evoluzione andata di pari passo con i cambiamenti politici che si sono susseguiti. Riboud ha raccontato la vita di tutti i giorni del popolo cinese, un aspetto allora poco conosciuto in Occidente, il mondo del lavoro, le attività del tempo libero.
Parr, che è stato per la prima volta in Cina nel 1985, si è concentrato in particolare su quel consumismo, quella ricerca del lusso e dell’ostentazione del lusso che ha mutato profondamente il volto del Paese. In mostra sono esposti 12 scatti del suo primo reportage cinese, in cui Parr testimonia la vita di alcuni settori economici, come le industrie tessili o di gioielli, così come il mondo del tempo libero, tra esercizi di Tai Chi e pause pranzo al McDonald. Per comprendere più a fondo il contesto storico e sociale all’interno del quale sono state scattate le fotografie tornano utili nella mostra una cronologia e una mappa storica dei viaggi compiuti dai due fotografi.
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