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Un po' di storia

Quella volta che Hemingway si innamorò a Torino... anche del Bicerin

Ecco le vie e le strade amate dallo scrittore premio Nobel. Pronta una visita guidata

Ernest Hemingway

Ernest Hemingway

Tra le cento cose da salvare al mondo, a suo parere, c’era assolutamente anche il Bicerin di Torino. La tipica bevanda al caffè, fiore all’occhiello della tradizione sabauda, conquistò persino i difficili gusti di Ernest Hemingway, lo scrittore e giornalista statunitense scomparso nel 1961. Una delle menti più brillanti del Novecento, premio Nobel per la Letteratura nel 1954, che, a quanto pare, nel suo girovagare per il mondo, si fermò spesso anche sotto la Mole e ne rimase conquistato.


Accadde certamente nel 1918, quando Hemingway passò da Porta Nuova e nel 1922 quando il suo soggiorno è documentato in via Pietro Micca e a Superga. Sono i dati certi raccolti da Francesco Nugnes, autore di diversi libri di poesie, e Angelo Valerio Toppino, docente Unitre ex bibliotecario, ideatori del progetto “Hemingway a Torino” che comprende un libro e un percorso di visite guidate che partiranno entro il prossimo anno. Francesco e Angelo, mossi dalla passione per l’autore di “Addio alle armi” e da quella innata per l’approfondimento, hanno intrapreso questa iniziativa partendo da diversi riferimenti di Hemingway sul territorio piemontese e su Torino in particolare, tratti da alcuni suoi testi. E c’è di più.

Il premio Nobel visse sotto la Mole anche una storia d’amore importante. Accadde durante la sua prima visita in città, nel 1918, quando conobbe Bianca Bellìa, infermiera volontaria della Croce Rossa, ed erede dell’omonima famiglia di costruttori, una della più note della città. Il giovane Ernest si innamorò a tal punto della ragazza da chiederle di sposarlo, ma lei rifiutò. Fu la differenza sociale, a quanto pare, ad allontanare i due, poiché Hemingway all’epoca non era ancora lo scrittore e premio Nobel che poi divenne, quindi, la famiglia di costruttori dei più bei palazzi e chiese della città, si mise di traverso. La delusione per quel rifiuto condizionò Hemingway anche nella scrittura a tal punto che, in alcuni passi dei suoi racconti, la si percepisce particolarmente. Emozioni e atmosfere che, in questi giorni in cui la città è semi deserta, si sento riecheggiare tra le vie austere intorno a piazza Castello e via Pietro Micca, passando per via San Tommaso e piazza Maria Ausiliatrice.

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