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Dalla tv al teatro, ecco l'ultima trasformazione di Giuseppe Battiston

In scena fino al 1° dicembre con i personaggi creati dal giornalista russo Dovlatov nel suo romanzo "La valigia"

Dalla tv al teatro, ecco l'ultima trasformazione di Giuseppe Battiston

Giuseppe Battiston in scena al teatro Gobetti con "La valigia"

In “Stucky”, la serie televisiva che ha debuttato il 30 ottobre scorso su Rai 2, interpreta un ispettore distratto e curioso, un po’ alla tenente Colombo. Qui, invece, sul palco del Teatro Gobetti di Torino, Giuseppe Battiston è una moltitudine di personaggi: è il “virtuoso del mercato nero”, è un soldato che ama sbronzarsi e fare a botte, è un direttore di giornale, una finta eroina e molto altro. Sono i personaggi che hanno fatto parte della vita di Dovlatov, il giornalista e scrittore russo dissidente costretto a lasciare la sua amata e odiata terra - i suoi romanzi erano circolati in Unione Sovietica come “samizdat”, copie clandestine - per emigrare negli Stati Uniti.

È tratto dall’omonimo romanzo di Sergej DovlatovLa valigia”, lo spettacolo prodotto da Gli Ipocriti Melina Balsamo che ha debuttato ieri, nella traduzione di Laura Salmon, nel teatro di via Rossini dove andrà in scena fino a domenica 1° dicembre. La regia è di Paola Rota che firma anche l’adattamento insieme con Battiston. Nei panni di un immaginario e insonne speaker radiofonico, su una scena disegnata da Nicolas Bovey, l’attore friulano si fa interprete di una moltitudine di persone, evocate attraverso gli oggetti contenuti nella valigia ritrovata da Dovlatov per caso e in cui è racchiuso il suo passato, quei trentasei anni di vita trascorsi in Russia.

La Russia descritta come «un terrificante paese da sballo», ma che lui ricorda con nostalgia, e l’America dove «non si può fare un elenco delle cose spaventose ed eccezionali che ci sono; lì ti senti come dentro a un grande negozio di giocattoli, i quali improvvisamente sparano». E i racconti sono quelli di personaggi poveri, reietti, gli ultimi, «i delinquenti, le carogne, come li chiama Dovlatov, da cui l’autore è irresistibilmente attratto - dice Battiston -. E non è l’unico, perché questi personaggi affascinano anche a me, per questo ho deciso di adattare i racconti della Valigia».

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