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Celebrazioni
14 Dicembre 2024 - 15:52
Il Castello di Rivoli
La sua lunga storia lo racconta come un unicum all’interno del panorama delle residenze sabaude. Il Castello di Rivoli, edificato intorno al IX secolo, fu tutto e niente. Da fortezza strategica al confine con la Val Susa a prima casa della Sindone, fino a tesoro dello Juvarra che nel 1718 lo ridisegnò senza porte a termine la sua opera e, infine, nel XX secolo divenne persino un casinò, amato anche da Vittorio De Sica.
Fu solo quel 19 dicembre del 1984 che il Castello a quindici chilometri da Torino, diede un nuovo senso alla sua imponenza e ai suoi spazi incompiuti diventando la sede del Museo di Arte Contemporanea oggi tra i più blasonati del panorama internazionale. Un’eccellenza pronta a festeggiare il suo compleanno in grande stile e, come di consueto, attraverso una serie di iniziative volte a coinvolgere la gente.
Se ieri a volerne conferire uno spirito didattico e integrativo fu il direttore Rudi Fuchs, oggi, Francesco Manacorda allo stesso modo dichiara: «Il quarantesimo anniversario del Castello di Rivoli rappresenta un momento di grande riflessione sul percorso intrapreso dal Museo, sul ruolo che ha giocato nell’evoluzione dell’arte contemporanea e su come questo solco sin qui tracciato debba inscriversi in un futuro in cui vogliamo portare l’arte contemporanea al centro della vita e della società».
E allora via da giovedì 19 il riallestimento dell’esposizione “Ouverture 2024” (curata dal direttore Manacorda e dalla vicedirettrice Marcella Beccaria) che, se ieri usò opere di una collezione a venire, oggi può mostrare ciò che l’istituzione ha costruito. Tra i tanti nomi, Maria Thereza Alves, Marwa Arsanios, Maurizio Cattelan, Francis Offman, Michelangelo Pistoletto, Michael Rakowitz, Anri Sala, Alexandra Sukhareva, Jenna Sutela, Alessandra Tesi, Adrián Villar Rojas, Lawrence Weiner solo per citarne alcuni.
E ancora, nel contesto delle celebrazioni nella sala 18 del Castello è presentata la monumentale installazione Shade Between Rings of Air (Ombra tra anelli d’aria), 2003, di Gabriel Orozco (Xalapa, Messico, 1962). Entrata nelle Collezioni del Museo nel 2023 grazie a una generosa donazione dell’artista, l’opera è ispirata al capolavoro dell’architettura italiana La Pensilina, struttura realizzata nel 1952 da Carlo Scarpa, per il Padiglione centrale presso i Giardini della Biennale di Venezia. Infine, anche i più piccoli saranno coinvolti nelle celebrazioni con il Castello Incantato, un luogo che, riconoscendo i bambini e i giovani quali “visitatori ideali” di tali spazi, il progetto permette al resto del pubblico di esperire un allestimento disegnato per i loro occhi, menti e cuori.
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