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TEATRO STABILE

La “Trilogia sulle donne. Dal mito ai social” di Luciano Violante in scena al Gobetti

Viola Graziosi porta in scena il mito rileggendo le eroine della mitologia classica

La “Trilogia sulle donne. Dal mito ai social” di Luciano Violante in scena al Gobetti

Una scena dello spettacolo

Martedì Viola Graziosi sarà Clitemnestra, la regina di Micene; mercoledì sarà Medea, la figlia di Eete, re della Colchide; giovedì sarà Circe, la potente maga dell’isola di Era. Un’unica protagonista sul palco del Teatro Gobetti di Torino per dare voce e volto a tre donne della mitologia classica, che Luciano Violante ha voluto rileggere nella “Trilogia sulle donne. Dal mito ai social” per portarle nella nostra contemporaneità. “Trilogia sulle donne” scritto dall’ex magistrato e politico è lo spettacolo in tre serate, da martedì 28 a giovedì 30 gennaio, che andrà in scena nel teatro di via Rossini con la regia di Giuseppe Di Pasquale e nella produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo, Teatro della città - Centro di produzione teatrale, Teatro di Roma - Teatro Nazionale. Tre monologhi che parlano di tre eroine negative, ma che nella rilettura di Violante tali non sono. Hanno sì commesso dei crimini, ma alle loro colpe è data in qualche modo una giustificazione. C’è qualcosa di ineluttabile nel destino che le ha viste macchiarsi di delitti e il loro agire è anche rivelatore della loro forza.

Clitemnestra, che uccide il marito Agamennone dopo aver subito per mano di costui la perdita della figlia Efigenia, è assassina per vendetta o per giustizia? Anche Medea, che si macchia del più atroce dei crimini, l’uccisione dei propri figli, in realtà ha agito per un istinto felino, perché come il felino che sopprime i cuccioli più deboli e malati per sottrarli alla sofferenza, anche lei li sopprime per sottrarli alla sorte di essere schiavi.

Infine Circe, “mandata dal Sole sulla Terra, per creare un porto per chi ha ingiustamente sofferto o per chi cerca di affrancarsi dalle proprie inquietudini”, non è solo la maga ammaliatrice di uomini, ma, dice Violante, «è colei che sa scegliere le erbe, sa leggere le parole del vento, conosce le virtù dell’alba e sa scrutare nei misteri della notte». Circe è la “sacerdotessa del dolore”.

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