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Musica
16 Marzo 2025 - 16:17
Gianmarco Carroccia e Mogol
E’ stata la coppia perfetta della musica leggera, seconda forse solo alle firme Lennon-McCartney per i Beatles. Un successo enorme anche fuori dai confini italiani, se è vero che persino il “Duca Bianco”, David Bowie interpretò in inglese “Io vorrei, non vorrei, ma…se vuoi”. Le canzoni del duo Mogol- Battisti, sono al centro dello spettacolo “Emozioni. La mia vita in canzone”, in programma lunedì 17 marzo dalle 21, sul palco del Teatro Alfieri di piazza Solferino, 4 (biglietti a 65 euro, ancora disponibili su www.ticketone.it.) Protagonista è il giovane cantautore Gianmarco Carroccia che, valendosi della presenza sul palco dello stesso Giulio Rapetti Mogol, proverà a svelare, almeno in parte, tra aneddoti e suggestioni, i segreti di un’alchimia e di un’intesa forse irripetibili. Una collaborazione iniziata nel 1965 e terminata quindici anni dopo, nel 1980, con l’album “Una giornata uggiosa”.
Oltre, ai musicisti dello spettacolo Marco Cataldi alle chitarre, Alessandro Patti (basso) Bruno D’Ambrosio (batteria e percussioni) Dario Troisi (piano e synth) Christian Vilona (sax e flauto) Michele Campo (violino), ad aggiungere maggior fascino a questo imperdibile evento, penserà il sound della “Emozioni orchestra”, un ensemble composto da 17 elementi. Tutto è pronto dunque per questo evento che scava nella magia della musica. Prima del live lo stesso Carroccia, racconta qualche retroscena.
Come si è accostato a questo repertorio?
"Frequento Mogol da un po’ di tempo e ora mi sono sentito pronto per questo spettacolo. La sua presenza è fondamentale".
Le canzoni firmate Mogol-Battisti sono tra le più conosciute e cantate, eppure nascondono sempre qualche segreto e significati reconditi. Può fare un esempio?
"Penso in particolare ad un brano notissimo come il “Il mio canto libero”, che ha un significato opposto rispetto a quello che viene comunemente attribuito alla canzone. Non voglio svelare di più, perché toglierei la curiosità agli spettatori".
Un brano che le dà particolari emozioni?
"Scelgo “Anche per te”, che parla della vita di tutti".
Si era molto favoleggiato su un riavvicinamento tra Battisti e Mogol. C’è mai stato qualcosa di concreto?
"Ad un certo si era parlato di una collaborazione tra Mina, Battisti e Celentano, ma il tentativo andò in fumo. Un giudizio su Pasquale Panella? Lo rispetto per il suo ermetismo, ma forse è un po’ lontano".
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