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fino al 27 luglio
02 Aprile 2025 - 20:25
Alcuni degli scatti di Turi Rapisarda in mostra fino al prossimo 27 luglio
Del lavoro domestico, quello di circa mille anni fa, parlano le “Attendenti”, tre statuette di terracotta beige opera di un ceramista cinese della dinastia Yuan; del lavoro sessuale, invece, quello che vede la donna come un oggetto da sfruttare a proprio piacimento, è interprete la prostituta ritratta nel “Nudo” di Renato Guttuso. Giuseppe Pennasilico ha documentato in uno splendido dipinto di fine Ottocento gli scaricatori di carbone. E se il video di Luca Vitone, “Per l’eternità”, ci riporta al devastante impatto dell’eternit che ha falcidiato e continua a falcidiare la vita di molte persone, la serie fotografica “I Mille” di Turi Rapisarda ricorda la migrazione degli operai meridionali verso il Nord Italia durante il boom economico. A denunciare i morti sul lavoro c’è anche una canzone, “Non solo le stelle brillano”, di Ottavia Brown dedicata alle “radium girls”, le operaie che agli inizi del Novecento, in una fabbrica di orologi del New Jersey, in America, subirono un grave avvelenamento da radiazioni di radio contenuto nella vernice utilizzata come pittura per quadranti degli orologi. Dipinti, sculture, fotografie, video, canzoni, tutto su un unico tema: il lavoro.
Qui sopra la fotografia "Diorama"
Si intitola “Fondato sul lavoro” la mostra da oggi aperta al pubblico negli spazi di Flashback Habitat - Ecosistema per le Culture Contemporanee in corso Giovanni Lanza 75 a Torino (rimarrà allestita fino al 27 luglio). Si è inaugurata ieri, mercoledì 2 aprile, la rassegna a cura di Alessandro Bulgini e con testi di Ginevra Pucci, nata da un’idea di Francesco Sena. Una mostra mette al centro il primo articolo della nostra Costituzione e ne esplora la sua complessità.
Qui sopra "Gli scaricatori di carbone"
«La Repubblica Italiana non si fonda semplicemente sull’articolo della Costituzione, ma sulla centralità dell’essere umano, in cui il lavoro gioca un ruolo fondamentale - spiegano gli organizzatori -. Per questa ragione si è scelto di intitolare la mostra declinando la parola “Fondato” al maschile, proprio per sottolineare quanto sia il lavoro a essere radicato nell’essere umano, nella sua identità». In esposizione ventisei opere che attraversano epoche differenti, a partire da un antico vaso attico per giungere ai video dei giorni nostri, come quello di Gianluca e Massimiliano De Serio.
Le Attendenti, ceramiche della dinastia Yuan
Tra gli artisti anche Arcangelo Sassolino, Santiago Sierra, Gerhard van Steenwijck, Sandro Mele, Pierfrancesco Lafratta, Giuseppe Santomaso, Igor Grubic, Cosimo Calabrese. «Presentiamo elementi che si attivano nel confronto fra loro - spiega Bulgini - anche per insegnare alle persone a guardarsi un po’ più intorno. Nella speranza di moltiplicare la potenza evocativa di ogni opera mettendola a confronto con le altre, per fare rumore. Perché oggi ce n’è bisogno».
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