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Viaggiare per il mondo

Notriphobia: la nuova ansia da "non sto viaggiando abbastanza per il mondo?"

Non è che vuoi andare per forza a Bali, è che ti sembra di sprecare la vita. Spoiler: sei solo in pausa pranzo, va tutto bene

Notriphobia: la nuova ansia da "non sto viaggiando abbastanza per il mondo?"

C’è una fobia che nessuno osa nominare, ma che serpeggia nelle menti (e nei feed) di moltissime persone. Si chiama notriphobia. No, non è la paura di non avere le ferie approvate ad agosto. E neanche un problema con il volo low-cost che parte da un aeroporto a 130 km da casa. È più profonda, più viscida, più… esistenziale.

È quella strana ansia che ti prende quando, scrollando tra i reel di un'influencer ti rendi conto che tu, nel frattempo, stai litigando con la macchinetta del caffè dell’ufficio.

La domanda che tutti ci poniamo è: "e se stessi buttando via la mia vita?" Gli psicologi la chiamano FOMO esistenziale – quel brivido sottile, che ti attraversa ogni volta che pensi: forse avrei dovuto mollare tutto e andare a vendere collanine a Ibiza nel 2017.

Secondo la terapeuta americana Anna Rowley, non è tanto il fatto che tu non abbia viaggiato, ma la convinzione che la felicità stia sempre da un’altra parte. 

Scrollando continuamente sui nostri cellulari, ci sembra che non fare niente è quasi un reato sociale. Se non hai almeno una foto su una scogliera greca con caption tipo “mi sono ritrovata qui”, non vali abbastanza. E così si crea una pressione strisciante: non tanto a partire, ma a sentirti incompleto se non lo fai.

La notriphobia non è la paura di non andare da qualche parte. È il timore che la vita vera sia altrove, magari a surfare in Indonesia.

La verità? Nessuno sta vivendo una vita perfetta 24/7, anche se i social lo fanno sembrare così. E no, non si sta sprecando la propria vita solo perché non si sta “vivendo esperienze indimenticabili” ogni weekend. A volte la cosa più rivoluzionaria che puoi fare è apprezzare un sabato in tuta, una cena con gli amici, una camminata senza Google Maps.

Perché il punto non è essere sempre altrove, ma imparare a stare qui. E magari – se proprio devi – salvare meno reel di gente che fa la verticale sulla sabbia al tramonto.

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