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Esposizione

In mostra il “Mondo Futurista” : «L’origine dell’arte moderna»

L’esposizione di Desenzano del Garda propone 50 opere e i documenti originali

Mondo Futurista

Il lavoro dell’umanità” di Gaetano Previati

Durerà fino al 26 ottobre 2025, al Castello di Desenzano del Garda il viaggio nel tempo con “Mondo Futurista”, mostra curata dallo storico Giordano Bruno Guerri e dallo storico dell’arte Matteo Vanzan. Non un titolo a caso, ma ispirato allo scritto di Giacomo Balla “Universo Futurista” (1918), con l’intento di raccontare il movimento futurista nella sua interezza: non solo rinnovamento estetico, ma vera “rivoluzione d’intenti” che, a partire dal Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti del 1909, ha influenzato arti visive, musica, letteratura e teatro fino ai giorni nostri. L’allestimento, unico nel suo genere, sfrutta la scenografia medievale del castello per esaltare il contrasto tra l’atmosfera granitica delle sue sale e la celebrazione futurista della modernità e della velocità.

Le volte a crociera e le mura in pietra fanno da sfondo a cinquanta opere – oli su tela, disegni, studi preparatori, tecniche miste, sculture, litografie e manifesti storici – selezionate da collezioni pubbliche e private. Il percorso espositivo si snoda su un arco temporale che va dal 1901 al 1943, aprendo con “Il lavoro dell’umanità” di Gaetano Previati e chiudendo con “Biliardo” di Renato Di Bosso. Nel mezzo, capolavori iconici come “Forme uniche della continuità nello spazio” di Umberto Boccioni, in mostra per la prima volta in un’esposizione dedicata al Futurismo, e opere inedite o riscoperte quali “Maggio 1915” di Plinio Nomellini, presentato alla Biennale di Venezia del 1920, e “Città Cosmica” di Italo Fasulo, esposta nel 1942. Accanto alle opere pittoriche e scultoree, ampio spazio è dedicato ai testi fondativi del movimento: la prima edizione del 1910 di “Mafarka il Futurista” e quella del 1914 di “Zang Tumb Tumb”, entrambi firmati da Marinetti e dedicati alla poetessa futurista desenzanese Enrica Piubellini, nonché “L’arte dei Rumori” di Luigi Russolo e “Anti Biennale” di Fortunato Depero.

«Marinetti parlò per primo di un’arte “per tutti” – commenta Giordano Bruno Guerri – capace di trasferire la cultura fuori dai luoghi istituzionali e di stimolare la volontà di pensare e creare. Senza il Futurismo non ci sarebbero state la Pop Art, gli happening, molte sperimentazioni musicali» Matteo Vanzan aggiunge: «Mettere a confronto il Futurismo con l’architettura medievale del castello crea un dialogo tra tradizione e audacia, tra consolidamento storico e spinta al rinnovamento».
Aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle ore 18,30; 10 euro, ridotto 5.

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