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Patrimonio
11 Maggio 2025 - 20:00
Il Gran Serraglio della Galleria Umberto I
Il fascino nel fascino, la storia nella storia, il gioiello incastonato nella pietra. Sono tanti i significati che si celano dietro la meraviglia del Gran Serraglio della Galleria Umberto I di piazza della Repubblica, riportato in vita in occasione del Festival del Verde, in corso fra Torino, Cuneo e Moncalieri per tre settimane, fino al 25 maggio. Presa d’assalto dai visitatori, infatti, la riapertura temporanea dell’antica galleria - che una volta ospitava la farmacia dell’ospedale Mauriziano (con sede lì fino al 1884) - è stata trasformata in una sorta di serra esotica, in attesa che da giugno diventi un nuovo e originale bistrot gestito dai giovani del Ramo d’Oro.
«Siamo molto soddisfatti del successo che abbiamo ottenuto durante questo fine settimana - racconta Giustino Ballato, ideatore del Festival del Verde - abbiamo avuto un'affluenza molto superiore a quella dello scorso anno, durante la prima edizione della rassegna. Il Gran Serraglio è un luogo molto affascinante, che conserva la stessa energia dei secoli scorsi e che i torinesi non vedevano l’ora di rivedere dopo esserne stati orfani per circa settant’anni. In più, l’allestimento a giardino con le piante mediterranee di Orticola ha regalato un colpo d’occhio non indifferente».
Ma cos’è di preciso il Gran Serraglio? Si tratta di una piccola galleria posta quasi in parallelo alla Umberto I, dalla parte dell’ingresso di piazza della Repubblica. È, appunto, l’ex farmacia ottocentesca del Mauriziano, chiusa ormai da decenni. La grande vetrata superiore, che fa sembrare la galleria una grande serra, le conferisce una luce naturale unica.
Essa è passages raro nel suo genere, davvero tutto da riscoprire. Ma se il Gran Serraglio ha fatto da traino alla sezione “Verde Svelato” del Festival, sono tanti gli altri luoghi che nel fine settimana appena concluso sono stati riscoperti dai torinesi. Giardini “segreti” immersi fra le costruzioni architettoniche più moderne, ma anche patrimoni appartenenti al passato della città, capaci di raccontarne la storia.
Ecco allora il Vivaio Comunale, in strada alla Manifattura Tabacchi 32, che sabato e domenica ha riaperto dopo molto tempo. Qui un tempo crescevano le piante che popolano la città e che ogni giorno vengono curate dal personale addetto. Secondo le intenzioni del Comune, il giardino potrebbe diventare un vivaio sociale, pensato come spazio aperto e condiviso, dove natura e persone possano incontrarsi e crescere insieme. Altro luogo magico è stato il Fior di Rovo, in strada del Campagnino 46 a Torino, tra la collezione di rose e l’affascinante giardino. Mille metri quadri di spazio verde coltivato con un approccio rispettoso della natura, che invita a una riflessione profonda sulla relazione tra l’uomo, l’ambiente e l’arte del giardinaggio.
E poi, gli altri luoghi pubblici e privati, sempre visitabili, come il Ranch Urbano e la Casetta tra gli alberi, Villa D’Aglìe e Casa Biscaretti, solo per citarne alcuni. «Tutti beni preziosi e sociali - chiosa Ballato - perché nessun giardino è mai davvero privato».
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