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grande classica
20 Maggio 2025 - 22:28
L'Ensemble Quartet di Francoforte
Quest’anno non ci sarà l’attesissimo concerto in piazza San Carlo - «i lavori di pedonalizzazione di via Roma non lo consentono» spiegano gli organizzatori - e non si farà neppure nella vicina piazza Castello - «per motivi di sicurezza, perché, in caso di necessità, l’unica via di fuga sarebbe via Roma che non è agibile». Ma la diciannovesima edizione di MiTo Settembre Musica, ultima a firma di Giorgio Battistelli, in programma dal 3 al 18 settembre prossimo nelle città di Torino e Milano, promette comunque di «emozionare e ispirare, rinnovando quello spirito di partecipazione e scoperta che rende questo evento un appuntamento imperdibile» garantiscono i sindaci dei due capoluoghi, nonché presidenti onorari del festival, Stefano Lo Russo e Giuseppe Sala. Dopo i Moti dello scorso anno, ora arrivano le Rivoluzioni. “Rivoluzioni” è il titolo scelto per l’edizione 2025 dal direttore artistico, perché, dice Battistelli, «la nascita di un festival è un atto politico».
E aggiunge: «Un festival deve essere non solo internazionale, ma avere la capacità di entrare in relazione con le realtà culturali del territorio, non deve “portare” cultura ma sollecitare l’azione di prossimità nel luogo dove si opera. Questo è un festival di resistenza, che ha bisogno della rivoluzione, per reinvestire puntando sulla creatività». Sessantasette gli appuntamenti nelle due settimane di programmazione, tra concerti sinfonici, musica da camera, spettacoli per bambini, proposte multidisciplinari, che indagheranno la musica di ieri e di oggi, dalla tradizione corale sacra occidentale alle tradizioni musicali orientali, dai tempi di pace e di guerra ai fenomeni migratori. Lo faranno lungo quattro direttrici, “Mitja e gli altri”, “Berio e le avanguardie”, “Rivoluzioni - tempi di guerra, tempi di pace”, “Ascoltare con gli occhi”. E ci sarà l’omaggio a due “rivoluzionari”, Dmitrij Šostakovic, a 50 anni dalla morte, e Luciano Berio. L’inaugurazione è a Torino il 3 settembre all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto con la Filarmonica della Scala diretta da Myung-Whun Chung, nuovo direttore della Scala. In apertura l’Ouverture festival op. 96 di Šostakovic, seguita dal Secondo Concerto per pianoforte di Rachmaninov con il pianista Mao Fujita e la “Patetica” di Cajkovskij. Sempre nel nome di Šostakovic l’ultimo concerto torinese di mercoledì 17 settembre con la Sinfonia n. 13 affidata ai complessi del Teatro Regio diretti da Enrico Calesso. Vernissage milanese, invece, il 4 settembre al Teatro alla Scala con Sir Antonio Pappano alla guida della London Symphony Orchestra e con la star sud-coreana Seong-Jin Cho.
La London Symphony Orchestra con il suo direttore principale saranno anche a Torino all’Auditorium Agnelli venerdì 5 settembre. Da segnalare, poi, tra i protagonisti Samy Moussa, con il suo primo concerto in Italia, l’Eliot Quartett di Francoforte che eseguirà l’integrale dei 15 quartetti per archi di Šostakovic, l’Orchestra Sinfonica di Lucerna e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’esibizione, a metà tra concerto e performance, di Francesco Tristano. MiTo guarda ai giovani con l’orchestra della Scuola di Perfezionamento di Saluzzo, o con Costanza Principe che si dividerà tra John Cage e Bach. Intanto si lavora sul futuro del festival. «Da domani - annuncia l’assessore comunale alla Cultura Rosanna Purchia - penseremo al nuovo presidente di MiTo (presidenza rimasta vacante dopo la scomparsa di Anna Gastel, ndr.) e alla nuova direzione». Presto parlare dell’edizione 2026 anche se già è fissata una anteprima il 21 febbraio a Torino con il concerto della West-Eastern Divan Orchestra diretta da Zubin Metha.
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