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Patrimonio
23 Maggio 2025 - 17:33
L'ascensore della Regina Margherita
Entra a far parte del percorso di visita della Palazzina di Caccia di Stupinigi un manufatto originale ed inaspettato, un “nuovo ritrovato dell’industria” secondo i documenti dell’epoca, che riporta i visitatori agli inizi del Novecento, quando la residenza era abitata dalla Regina Margherita di Savoia, vedova del re Umberto I, e dalla sua corte.
L’ascensore, realizzato dalle Officine Meccaniche Stigler di Torino nel 1905 circa, serviva per accedere solo al primo piano, livello in cui erano predisposti gli appartamenti residenziali della corte della regina. A quell’epoca la Regina Margherita viveva nell’appartamento di Levante e la sua prima dama di compagnia, la marchesa Paola Pes di Villamarina, nell’appartamento denominato Appartamento del Re. L’elevatore rientra nell’ambito dei lavori di riammodernamento richiesti dalla regina, vedova, che fece diventare la Palazzina di Stupinigi una delle sue residenze prevalenti. Tra il 1902 e il 1915, infatti, il palazzo venne dotato di numerosi accessori finalizzati alla sua comodità, tra cui il potenziamento dell’impianto di riscaldamento, i servizi di ritirata all’inglese con acqua corrente e lavandini con acqua fredda e calda, la corrente elettrica e, appunto, l’ascensore che si presentava a pompa idraulica, dotato di una cabina lignea con porta scorrevole, vetri smerigliati nelle otto finestre, pulsantiera in bachelite, di cui rimangono solo tracce, e coronamento con motivo a balaustrini torniti. L’ascensore non rimase in servizio a lungo, ma fu ancora usato dal personale del Museo d’Arte, Storia e Ammobiliamento quando la Palazzina diventò Museo nel 1919.
Il restauro è stato effettuato dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, grazie al contributo della Fondazione CRT.
«L’inserimento dell’ascensore restaurato nel percorso di visita della Palazzina di Caccia di Stupinigi – commenta la presidente della FOM Licia Mattioli - rappresenta un ulteriore passo avanti nella valorizzazione del sito. Si tratta del primo tassello di interventi che porteranno presto a un arricchimento e ampliamento dell’intero percorso museale. Grazie al contributo della Fondazione CRT e alla collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, possiamo restituire al pubblico un manufatto unico, testimonianza di innovazione e attenzione al dettaglio. È un esempio concreto di come le sinergie tra enti portino a risultati significativi per la tutela e la fruizione del nostro patrimonio».
«L'inaugurazione del restauro dell'ascensore storico di Stupinigi è un altro tassello della collaborazione ormai ventennale tra la Fondazione Ordine Mauriziano e Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale - dichiara l'avvocato Alfonso Frugis, presidente del CCR - Insieme lavoriamo alla definizione di protocolli di conservazione e alla ricerca di fondi per sostenerli. Il progetto sull’ascensore è uno di questi casi per cui grazie all'opportunità di partecipare al Bando Cantieri Diffusi della Fondazione CRT, possiamo mettere in pratica collaborazioni virtuose, che oggi si manifestano anche con il supporto tecnico da parte del CCR alla candidatura di progetti di restauro per beni della Palazzina di Stupinigi nella piattaforma dell'Art Bonus del Ministero della Cultura».
«Siamo felici di aver contribuito al restauro di un manufatto così raro e prezioso come l’ascensore della Regina Margherita che viene oggi restituito alla comunità – dichiara Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione CRT –. Si amplia così il percorso di visita per il pubblico che potrà apprezzare un ulteriore spazio di questo gioiello settecentesco, frutto del genio juvarriano, di cui Fondazione CRT è storicamente il principale sostenitore privato: un bene straordinario non solo dal punto di vista architettonico, ma anche artistico, grazie alle decorazioni e agli arredi unici. Il sostegno alla cultura, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni artistici e architettonici è parte integrante della missione della Fondazione CRT, che da sempre accompagna la crescita del territorio anche attraverso la rinascita del suo patrimonio culturale».
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