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A Camera

Quel bacio diventato un simbolo

Si apre oggi in via delle Rosine la mostra dedicata ad Alfred Eisenstaedt

Alfred Eisenstaedt

La famosa foto intitolata “V-J day”

La sua foto più famosa è quella scattata il 14 agosto 1945 a Times Square, a New York, che ritrae il bacio di Greta e George. Non un bacio romantico, quello tra l’infermiera Greta Zimmer Friedman e il marinaio George Mendonsa - i due, infatti, erano due perfetti sconosciuti -, ma un bacio di gioia, la gioia per la vittoria sul Giappone e la fine della guerra. Quell’icona della fotografia mondiale, intitolata “V-J day”, porta la firma di Alfred Eisenstaedt (1898 – 1995).

Ottant’anni sono trascorsi da quello scatto e cinquanta dalla morte dell’autore. Due anniversari che Camera – Centro Italiano per la Fotografia celebra con una grande retrospettiva dedicata al fotoreporter tedesco, naturalizzato statunitense. Curata da Monica Poggi, la mostra si apre il 13 giugno, nelle sale di via delle Rosine 18 e, fino al 21 settembre, con i suoi 170 scatti, alcuni mai esposti prima, ripercorre la carriera di uno tra i principali fotografi della rivista Life, dove Alfred lavorò dal 1936 al 1972, approdato dopo le esperienze all’Harper’s Bazar, Vogue, Town and Country.

Eisenstaedt fotografò i potenti della terra - Mussolini e Hitler nello storico incontro a Venezia nel 1934 -, il mondo dell’aristocrazia - famosa la foto del cameriere che fa pattinaggio su ghiaccio a St. Moritz-, le star del cinema, come Marilyn Monroe e Sophia Loren, personaggi famosi, da Albert Einstein a Robert Oppenheimer, Ernest Hemingway, e persone comuni. Per tutti utilizzò il suo sguardo ironico, poetico e “pittorico”, con composizioni che rimandano ai dipinti di antichi maestri e che strizzano l’occhio all’estetica surrealista. Fotografò anche, lui che era ebreo, il gerarca nazista Joseph Goebbels, braccio destro di Hitler. Lo ritrasse in più scatti al tavolino dell’Hotel Carlton a Ginevra nel 1933 in occasione del meeting sul disarmo della Società delle Nazioni. Nelle prime immagini il ministro appare sorridente, ma nell’ultima, quando scopre l’origine ebraica del fotografo, rivela nell’espressione del volto tutta la sua ferocia.

«Mi è stato chiesto spesso come mi sentissi a fotografare quell’uomo – diceva Eisenstaedt-. Naturalmente non bene, ma quando ho la macchina fotografica nelle mie mani non conosco la paura».

In mostra vi sono, poi, i reportage europei realizzati prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e quelli italiani del dopoguerra dove le immagini di pubblicità e di cartelloni stradali testimoniano una società avviata al benessere economico.

L’ultima fotografia scattata da Eisenstaedt ritrae il Presidente Bill Clinton con sua moglie, Hillary, e la figlia, Chelsea, nell’agosto del 1993, alla Granary Gallery nel West Tisbury dell’isola di Martha’s Vineyard.

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