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Il collezionista folle

Voleva regalare un Picasso a Sinner ma finisce nei guai...

Nel mondo dell’arte, si sa, non c’è mai una verità assoluta. Esistono storie che vanno ben oltre i confini della realtà

Il collezionista folle

Il dipinto misterioso

PROLOGO
Nel mondo dell’arte, si sa, non c’è mai una verità assoluta. Esistono storie che vanno ben oltre i confini della realtà e della logica, dove la creatività e l’assurdo si intrecciano in un gioco di specchi. Il protagonista è un uomo che ha fatto della sua passione per il collezionismo un’arte a sé: il Collezionista Folle. Non si tratta di una follia qualunque, però. No, quella del nostro collezionista è una follia raffinata, che mescola enigmi storici, segreti da decifrare e opere che vanno ben oltre il semplice valore estetico.
Quello che vi apprestate a leggere è un racconto che ha per protagonista un dipinto misterioso, destinato al tennista Jannik Sinner, un Picasso che forse non è proprio Picasso (ma non chiedeteci di fare nomi, la legge è chiara su questi punti), e un intrigo che mescola arte e storia come solo i più grandi collezionisti sanno fare. Sì, perché questa non è solo la storia di un’opera d’arte, ma di una rete di messaggi criptati, tesori nascosti e coincidenze storiche che sfidano qualsiasi logica.
Tra lettere cifrate, riferimenti a pittori come Toulouse Lautrec e Picasso, e misteriose Madonnine disseminate lungo la Liguria, il nostro ci invita in un viaggio che rasenta la paranoia, ma che non manca di una certa dose di emozione. In fondo, come diceva qualcuno, “l’arte è la bugia che ci permette di comprendere la verità”. E noi, come osservatori curiosi, non possiamo che seguirlo, pur consapevoli che il confine tra il genio e la follia è sottilissimo. Buona lettura e, mi raccomando, non prendete tutto troppo sul serio… o forse sì, ma comunque tenetevi forte.

A SPASSOAL PASSO

Non posso pronunciare il nome del pittore Pi…sso non perché la costituzione italiana proibisca di parlare o perché le norme sulla privacy rendano mute anche le persone che si presentano, ma perché un anno fa fui indagato di un reato penale per aver annunciato tramite questo quotidiano il mio desiderio di regalare al tennista Sinner un dipinto colorato su carta attribuibile a Pi…so, un pittore che assomigliava a mio nonno, di origine spagnola ma di cognome genovese. Avrete già capito chi sia, ma non pronunciatene il nome pizzicandone con la lettera zeta le due lettere esse, poiché la cosa si farebbe seria. Non siete sicuri di aver capito chi sia il pittore? Basta che il consulente del Giudice vi rammenti che l’artista entrò in un giro di pittori al Bateau Lavoir di Parigi frequentato dal critico d’arte e poeta Guillaume Apollinaire e che fu coinvolto con il suo amico George Braque in una strana storia in merito al furto della Gioconda, essendo entrambi al corrente del furto prima che fosse avvenuto: come dimostra una lettera cifrata pubblicata nel libro “correspondences entre Pic..so et Apollinaire”. Prova che porterò volentieri al processo, se questa buffa storia fosse istruita dalla PM ed avviato il processo al quale sarei chiamato a partecipare come imputato a spese dello Stato, avendo diritto al gratuito patrocinio. Per inciso, il dipinto mi fu sequestrato dai Carabinieri prima che io lo spedissi a Sinner, pertanto l’accusa si basa su una intenzione e sul presupposto che l’opera sia falsa anziché autentica in base alla dimostrazione del messaggio insito nel disegno.

Infatti lo stesso Pica..o sosteneva che i dipinti erano messaggi da interpretare. Se mi si consente modestamente di aggiungere che i messaggi di Pic..so sono da decriptare conoscendo la formula del gioco dello statistico della Sorbona, il prof. Maurice Princet, in base alla matrice 222, cioè inserendo le proposizioni principali del messaggio segreto alle righe 2 e 22 delle pagine 20, 22, 120, 122, 200, 220, 222 poi nel caso di libri più corposi o di altri libri di altri autori partecipanti al gioco, trattanti il medesimo argomento, applicando la formula di Fibonacci in cui si procede sempre facendo la somma delle precedenti due cifre per determinare la terza cifra, ovvero la nuova pagina in cui trovare le altre due proposizioni da includere nel messaggio. Lucide follie che però furono utili per trasmettere segreti criptati in articoli di giornali così come nei dipinti. Il gioco della criptazione di un inganno storico a danno della regalità dei Borbone era infatti criptato anche nei dipinti di fine ’800 per mano, ad esempio di Toulouse Lautrec, come nel 900 da P..ass., per cui sarebbe interessante fare un paragone. Vedi il dipinto di LautrecLa Tavernetta” il celebre locale di MontMartre dove i pittori si riunivano dandosi appuntamenti fissando i biglietti con puntine direttamente su un’opera di Lautrec sulla quale era criptato un segreto della storia di Francia: in centro al disegno l’ombra di una donna grigia che grida il filo giallo che manca (Le fils geune qui manque), cioè il Delfino, il Re mancante Luigi XVII figlio di Luigi XVI e Maria Antonietta!

Ugualmente P..asso nel disegno oggetto dell’incredibile sequestro, cela in segreto: su una tuga di barca a vela vi è un albero con tre grosse palle che sembrano da tennis di cui una è blu come la testa dell’aglio selvatico, mentre i remi tirati in barca sembrano due racchette da tennis.
Il messaggio potrebbe essere la meta della gita in barca da Antibes a Cap d’Ail assieme a Dora Maar (1936), la brava enigmista che curava le stringhe di Fanfan Lapin e che P..asso ritrasse dopo il bagno in mare.
Ma perché la meta della gita fu un campo da tennis a Cap d’Ail? La risposta non saprebbe darla un perito d’arte, né un esperto enigmista. Qui occorre chiedere ad un’agente della CIA americana, che conoscesse un documento storico dissequestrato: il FeldMaresciallo nazista Herman Gõering, aveva nascosto un’ingente quantità d’oro bottino di guerra, in tre località della Liguria di ponente, segnati dalla presenza di tre Madonnine (Les trois seurs = le trésor), uno sotto il molo della sua “villa Gõering” a Bordighera Capo Migliarese, l’altro sotto un vecchio opificio dove si producevano manufatti ceramici, posto al confine tra Ventimiglia e Mentone dove vi è una Madonnina posta sopra la pietra miliare romana. Il terzo lotto del tesoro era sepolto sotto un campo da tennis di una villa prospiciente il molo privato di attracco dei motoscafi a Cap d’Ail, dove tra le rocce in cui cresce l’aglio selvatico, venne posta una Madonnina. Come feci a saperlo? Me lo disse un ditino quando purtroppo l’oro era stato già trovato. Pare che Gõering avesse trattato con la CIA per avere salva la vita a Norimberga, rivelando dove avesse nascosto l’oro. Ma loro non stettero ai patti e Hermann Gõering fu condannato a morte al processo di Norimberga.

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