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Dal vivo

Nino D'Angelo: "Il caschetto biondo è stata la mia fortuna. Fu un'intuizione di Enzo il barbiere, vi racconto tutto"

Sold out per il debutto del Sonic Park il 14 luglio alla Continassa, merito dei Meravigliosi anni '80 del cantante napoletano

Nino D'Angelo

Nino D'Angelo

Primo di sei figli di una famiglia di umili origini del quartiere Patierno di Napoli, papà era operaio, mamma casalinga, per Nino D’Angelo la strada del successo non era certo scritta sul suo certificato di nascita. «Papà non voleva assolutamente che io cantassi» ripete ancora oggi. Ma, quando il talento e la passione ci mettono lo zampino c’è davvero poco da fare. Il piccolo Gaetano, detto Nino, classe 1957, era irrefrenabile, e già sulle ginocchia del nonno cantava a squarciagola facendosi sentire da tutto il vicinato. Il debutto arrivò nel 1976, qualche anno fra canzoni e teatro, fino a quando successe qualcosa che cambiò per sempre la sua vita: un nuovo look con i capelli biondi a caschetto, brani pop dal sapore estivo, ed ecco che per lui iniziò la scalata verso un successo a dir poco inimitabile che dalla sua Napoli arrivò a toccare l’Italia intera. Quella storia è pronta adesso a rivivere sul palco e approderà anche a Torino come primo degli appuntamenti del Sonic Park, il prossimo 14 luglio, che terrà a battesimo la nuova location di Set (Sbarco Eventi Torino) di Strada della Continassa. E sarà un nuovo sold out per il tour dei “Miei meravigliosi anni ‘80”.

Meravigliosi davvero, perché ha sentito l’esigenza di riviverli?
«È il periodo che meglio mi rappresenta, sono stati anni stupendi per me, in tutto - ci racconta Nino -. Ho conosciuto il successo, ho messo su famiglia, ho avuto i figli, che oggi mi hanno regalato sei nipoti, è stato un periodo magico e, a distanza di quarant’anni, ho sentito il bisogno di regalare al mio pubblico quelle emozioni. In realtà quelle emozioni toccano da vicino anche me.»

Innegabile che gli anni Ottanta rimarranno unici per brani quali “A’ Discoteca”, “Popcorn e Patatine”, “Nu jeans e na maglietta” ma, non si può non parlare del suo iconico caschetto biondo. Ci ricorda come nacque?
«La mia carriera aveva preso la strada giusta quindi mi recai dal mio parrucchiere di fiducia, Enzo Caliendo, che ha ancora il suo negozio a Napoli, e gli chiesi un consiglio sul mio look. Non ero particolarmente avvenente, volevo farmi notare. Mi guardò, ci pensò un po’ È, poi mi propose il caschetto e, non contento, mi ossigenò i capelli. Fu un successo, fui tra i primi a portare il caschetto insieme con la Carrà.»

Si innamorarono tutti di lei, anche a Torino...
«Torino è una città che ho nel cuore, ogni volta che ci vengo, al Colosseo, negli altri teatri, è un sold out. Anche al Sonic le prevendite sono andate bene, rimane la curiosità di scoprire questa nuova location...»

Vicinissima allo stadio della Juve...
«Eh, ma non importa... Anche tra i miei fan ci sono molti juventini...»

Tanto lo scudetto lo avete rivinto voi, che emozione è stata?
«Questa volta è stata ancora meglio di due anni fa perché proprio non potevamo pensare che l’Inter se lo facesse sfuggire di mano... È stata una sorprsa bellissima. Ho visto l’ultima partita al Maradona e poi c’è stata una grande festa

E lei ha cantato l’inno: “Napoli”.
«Lo canterò anche a Torino, ormai il pubblico me lo chiede. Saranno due ore di musica non stop con quaranta titoli in scaletta, tutti gli anni ‘80 e non solo.»

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