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05 Luglio 2025 - 09:09
A sinistra un'opera di Emilio Vedova, a destra di Tintoretto
A dividerli sono quattro secoli, l’uno è del Cinquecento, l’altro del Novecento. Ad unirli la città d’origine, Venezia, e la pittura. Anche se con esiti diversi: manierista il primo, informale il secondo. Eppure tra Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, ed Emilio Vedova si possono riscontrare molte similitudini e punti di convergenza. Ci proverà a farlo la mostra che si aprirà il 19 settembre prossimo a Palazzo Madama. Nel Museo Civico d’Arte Antica di Torino verrà, infatti, presentata, fino al 12 gennaio 2026, la rassegna “Vedova Tintoretto. In dialogo”, a cura di Gabriella Belli e Giovanni Carlo Federico Villa. La rassegna è realizzata in collaborazione con la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia.
Non è la prima volta che i due grandi pittori veneziani vengono accostati. Era già successo nel 1991 con la mostra “Vedova Tintoretto”, ospitata nelle sale della Scuola Grande di San Rocco nella città della laguna. E in quell’occasione Vedova aveva scritto: “Tintoretto è stato una mia identificazione. / Quello spazio appunto / una serie di accadimenti. Quella / regia a ritmi / sincopati e / cruenti, magmatici di energie / di fondi interni di passioni / di emotività commossa. / Di caverne d’ombra da / un / balenio di luce / di pozzi di luce e di ombra / le ombre dello sprofondamento / i luoghi precipiziali/». Di Tintoretto Vedova ammirava tutto. Ammirava il segno rapido, forte, drammatico, la teatralità della composizione, la forza narrativa e ne rimase influenzato sin dalle sue prime esperienze artistiche degli anni Trenta per proseguire nella piena maturità espressiva. «Tintoretto è stato fondativo per la formazione artistica di Vedova - dicono da Palazzo Madama - e questa mostra esalterà l’impeto e la forza dell’articolato rapporto che lega i due artisti attraverso l’accostamento di capolavori del maestro rinascimentale e dell’artista informale».
Il percorso espositivo, allestito nella Sala del Senato di Palazzo Madama, legge in parallelo l’arte dei due pittori attraverso una cinquantina di opere. A partire dal celebre “Autoritratto” di Tintoretto del 1588, opera prestito del Louvre di Parigi, da cui si evince, come emerge dall’immagine guida della mostra, anche un altro elemento di unione tra i due artisti: si somigliano tantissimo. Tra i lavori esposti le celeberrime ancone dei Camerlenghi, le opere della “Metamorfosi” di Tintoretto, i disegni giovanili di Vedova e le tele degli anni Quaranta e Cinquanta dedicate alla riflessione su dipinti di Tintoretto quali la “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” e “La crocifissione”. E di capolavoro in capolavoro fino alla grande installazione di Vedova …in continuum, compenetrazione/traslati ’87/’88” composta da oltre cento grandi tele, assemblate le une con le altre in uno sviluppo che sfida la verticalità della Sala del Senato.
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