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La Scala detta il dress code? Il Teatro Regio di Torino lo fa da tre anni ma nessuno parla del bon ton sabaudo

Chi si presenta in canottiera e infradito non entra in platea e per le prime si consiglia lo smoking: ecco il diktat di Jouvin

Smoking e Paillettes per la prima di Puccini al Teatro Regio

Smoking e Paillettes per la prima di Puccini al Teatro Regio

Il Teatro alla Scala detta il dress code per impedire agli spettatori di continuare a presentarsi durante queste giornate di caldo torrido in canottiera e infradito e, immediatamente, la notizia fa il giro del Belpaese con tanto di paginate sui giornali e servizi nei tg. In sostanza, il bon ton fa scalpore, specie se a darne i dettami è Milano, la capitale italiana del Nord famosa per scippare, ogni volta in cui ne ha la possibilità, idee e kermesse alla piccola Torino che dalla Madonnina avrebbe solo da imparare. Tutto vero, per carità, ma non certamente per quanto riguarda eleganza e austerità.

Il Teatro Regio insegna. L’invito a presentarsi con “un abbigliamento consono al decoro del Teatro”, infatti, fa parte del diktat che suggerì il sovrintende Mathieu Jouvin durante il suo insediamento avvenuto nel 2023. Il regolamento, riportato anche sul sito del Teatro Regio nella sezioni delle informazioni generali parla chiaro: “non sono ammessi spettatori in canottiera o pantaloni corti, eventualità che può determinare il diniego all’accesso in sala, senza possibilità di rimborso. In occasione della serata inaugurale della Stagione - si legge ancora -, è consigliato il dress code black tie”.

Parole inequivocabili che la dicono lunga su quanto Jouvin abbia sempre tenuto a far sì che nel suo teatro si tornasse all’eleganza degna di un luogo quale il tempio della lirica della prima capitale italiana. Un invito che il pubblico sembra avere accolto con piacere, anche per quanto riguarda i giovanissimi che affollano sempre di più la prestigiosa platea. Una classe quella sabauda che, seppur senza clamore, forse è ancora in grado di insegnare qualcosa.

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