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Mov Festival

Claudio Cecchetto celebra i Righeira: "Vamos a la playa l'unico vero tormentone" e su Fiorello...

Grande attesa a Mondovicino per il "Deejay Show" del 7 agosto del produttore e talent scout di molti artisti italiani

Claudio Cecchetto

Claudio Cecchetto, classe 1952

Leggero come un cuore di panna il suo nome evoca la storia della musica pop italiana fatta di “Gioca Jouer”, Fiorello, Sandy Marton, Tracy Spencer, Sabrina Salerno, fino ad arrivare a Jovanotti e gli 883. Chi, se non Claudio Cecchetto, un unicum nel panorama nazionale, la colonna sonora di intere generazioni che passando da disc jockey a produttore e talent scout non ha mai sbagliato un colpo, tanto da permettersi nell’estate del 2025, quella “senza tormentoni”, di fare ballare le piazze del Belpaese con il suo “Deejay show”, atteso al Mov Summer Festival di Mondovicino giovedì 7 agosto come uno dei fiori all’occhiello del vasto programma nato in collaborazione con Wake Up.


Cosa significa per lei tornare in consolle?

«Chi nasce disc jockey rimane disc jockey, è una forma d’arte, chi nasce pianista sarà pianista tutta la vita - ci racconta Cecchetto, veneto, 73 anni portati benissimo -, per me non è strano, suonerò tutta l’estate e in agosto c’è la massima concentrazione di serate».


Che cosa avremo in scaletta?

«Racconterò come se fosse un libro la mia biografia con la musica e la storia dell’Italia attraverso i diversi momenti che hanno caratterizzato la mia carriera dagli anni ‘70, a, soprattutto, gli Ottanta, con nomi quali Sandy Marton, Tracy Spencer, fino ad arrivare, ovviamente, a “Gioca Jouer”. Dicevano che sarebbe stato un brano usa e getta e, invece, eccolo ancora qua vivo e vegeto. Doveva solo essere la sigla di Sanremo nel 1981, come mi richiese Gianni Ravera, invece, è diventato un cult».


Ma perché oggi si fa fatica a individuare un tormentone?

«Quest’anno manca il vero tormentone, l’ultimo è stato “Sesso e Samba”, ma, in generale, oggi faccio fatica a individuarne uno. Il tormentone è nato con “Vamos a la playa” dei miei amici torinesi Righeira, lo capii al primo ascolto, e nessuno è mai riuscito a fare meglio di loro».


Le sue “scoperte” più riuscite?

«Fiorello, con lui vendetti oltre 1 milione di dischi, ma anche gli 883. Quello a cui sono più legato, però, è Jovanotti, lui è di famiglia, è il padrino di mio figlio Jody».


Cosa c’è nel suo futuro?

«Tanta radio, con Radio Cecchetto con cui do spazio a chi vuole cimentarsi in questo lavoro, e spero presto di portare il mio format nei palazzetti. Ho in mente un grande show con tante collaborazioni».

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