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Il caso del Solferino, il ristorante dei Vip: "Non chiudiamo mai, siamo aperti da 15 anni senza un giorno di sosta"

Il locale nell'omonima piazza di Torino è aperto 365 giorni all'anno a pranzo e a cena: Da Sinner a Sorrentino ai politici fra i suoi clienti

Ristorante Solferino

Il locale in piazza Solferino 3 e Jannik Sinner

Il Teatro Alfieri, un luogo storico quanto i suoi tavoli, lo fissa negli occhi. È il Ristorante Solferino al civico 3 dell’omonima piazza dominata dal fascino misterioso della Fontana Angelica. Una scenografia che rimanda alla Torino dei paltò e dei gianduiotti e che, allo stesso tempo, vive i cambiamenti e guarda al futuro. E lì, nel futuro, il locale rilevato nel 2008 da chef Andrea Ambrogini e diretto da Simone Crotta, è già approdato 15 anni fa, nel 2010, lanciandosi in un’impresa rara quanto anomala per la città della Mole, ossia, l’apertura quotidiana del locale, sette giorni su sette, a pranzo e a cena anche nei giorni di festa, compresi Natale, Pasqua, Capodanno e l’imminente Ferragosto.

 

«Esatto, e a dire il vero - specifica Simone - siamo aperti 366 giorni quando l’anno è bisestile. Non chiudiamo proprio mai e se dobbiamo fare dei lavori di manutenzione li facciamo di notte. Inoltre, quando ci sono gli eventi, siamo a disposizione del cliente dalle 12,15 alle 22,30, ora in cui si accetta l’ultima prenotazione». Nato già negli anni ’30 come il “Cesare”, dal 1968 passa nelle mani della famiglia Falaschi che cambiandogli il nome gli conferisce un legame maggiore con la città e lo consacra, ufficialmente, a ristorante dei Vip, non soltanto legati al mondo dello spettacolo, ma anche a quello politico e imprenditoriale. Non c’è trattativa diplomatica che non si sia discussa fra i tavoli del Solferino e la stessa cosa vale per le imprese imprenditoriali.

«Ricordo l’anno in cui divenne sindaco Fassino, era il 2011, e gli atri candidati erano Michele Coppola e il compianto Alberto Musy. A pochi giorni dal voto tutti e tre vennero a pranzo qui, ognuno al suo tavolo, ma fu una coincidenza incredibile. Si salutarono, ma nulla di più». Paolo Sorrentino, Jannik Sinner sono, in ordine di tempo, gli ultimi volti noti passati dal Solferino ma la lista dei suoi ospiti è così lunga che ci vorrebbe un’intera pagina. Si va da Mahamood a Gerry Scotti, passando per Djokovic, Massimo Boldi e, persino, il premio Nobel per la Letteratura 1986 Wole Soyinka. Per non parlare dei giocatori di Toro e Juve e gli attori dell'Alfieri che al Solferino sono di casa.

«Sorrentino? Una buona forchetta – continua Simone – Sinner? un vero atleta, è stato da noi durante le Atp del 2024 ha mangiato solo insalatina e bistecca ai ferri, Djokovic l’anno prima fu simpaticissimo, andò persino in cucina a salutare la brigata». Già, una brigata quasi tutta al femminile composta da circa sette persone e guidata dalla cuoca Angelica Rocha. La cucina segue la tradizione piemontese proponendo ricette legate ai prodotti di stagione e, in questi mesi estivi, va molto forte anche il pesce con piatti a base di gamberoni e astice cucinati alla siciliana. I piatti cult? Il cremino e gli spaghetti al brucio, almeno su questo sono tutti d’accordo. Anche i politici.

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