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05 Settembre 2025 - 19:28
Un'immagine del documentario "Tevere Corsaro"
L’82esima edizione della Mostra di Venezia che si chiude tra poche ore è stata segnata fin dal suo inizio dalla presenza torinese: dal film di apertura, “La Grazia” di Paolo Sorrentino all’unico italiano del concorso delle Giornate degli Autori, “La Gioia” con Valeria Golino, entrambi girati per le vie della città, senza dimenticare il cortometraggio “Restare” di Fabio Bobbio, girato in Canavese e scelto come apertura della “Settimana della Critica” fino a Valeria Bruni Tedeschi, talentuosa attrice torinese che ha convinto il Lido con il ruolo in “Duse”.
Anche in chiusura c’è lo zampino della città, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte al documentario “Tevere Corsaro”, diretto da Monica Repetto e da Pietro Balla, regista di Poirino scomparso improvvisamente durante la lavorazione (uno dei loro lavori più amati è di certo “Thyssenkrupp blues”). «Quando Pietro è scomparso, ho odiato profondamente questo progetto. Ora che sono riuscita a chiuderlo e a portarlo qui a Venezia, ho scoperto invece di amarlo», ci confida la regista, emozionata dopo aver portato al pubblico l’ultima opera di Balla. «Per un anno avevo smesso completamente di lavorarci, non riuscivo proprio: una delle scene madri del film è stata girata senza di me, corrispondeva con il giorno dei suoi funerali».
In una Roma contemporanea, tra campagne assediate dal cemento e rive del Tevere nascoste, i destini di Sven, un cicloattivista norvegese appassionato di Pasolini, Giulia, una giovane contadina che difende la sua terra dalla speculazione edilizia e Mario, un romano dal cuore d’oro, si intrecciano nella lotta per creare il “Sentiero Pasolini” lungo il fiume, da Roma al mare. «Come è finito un regista di Poirino a filmare il Tevere? Pietro lo amava moltissimo, ci dividevamo tra il Piemonte e casa mia, che è proprio di fronte al fiume. Scoprire questa realtà e il progetto del Sentiero Pasolini ci ha ispirato». Dopo molti anni di lavorazione, “Tevere Corsaro” è pronto a poche settimane dal novembre 2025, quando saranno passati cinquant’anni dalla morte di Pasolini. «Non avremmo mai pensato di far coincidere le due cose, ma lo ritengo un altro segnale importante che tutto questo andava fatto». Dopo l’anteprima mondiale al Lido, il documentario inizierà un percorso di proiezioni in tutta Italia che lo porterà prossimamente anche a Torino.
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