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Arte

Il ritratto di Marella Agnelli torna in mostra a Cherasco

Il dipinto di Andy Warhol tra i capolavori dell'esposizione "Sbam! Un percorso nella Pop Art"

Marella Agnelli

Il ritratto di Andy Warhol

Si torna a parlare di quadri, si torna a parlare di collezioni, si torna a parlare di Agnelli. Ma, questa volta non di dipinti "scomparsi", ma di uno dei capolavori del XX secolo donato dall’Avvocato e da sua moglie, Marella Caracciolo di Castagneto, alla Pinacoteca che porta il loro nome, al Lingotto: il ritratto di Marella Agnelli realizzato da Andy Warhol nel 1973. Un’opera che ritrae in salsa Pop Art la first lady dell’universo industriale che fu, l’ultimo "cigno", come qualcuno ha osato definirla, dove a urlare non fu mai la sua voce ma la regalità del suo stile di altissima classe.

Questo il dipinto, insieme con altre 150 opere, fiore all’occhiello della mostra "Sbam! Un percorso nella Pop Art" che si terrà dall’11 ottobre al 22 febbraio nelle diverse location di Palazzo Salmatoris con la chiesa di San Gregorio a Cherasco e Casa Francotto a Busca nel cuneese.

Il ritratto sarà in mostra a Palazzo Salmatoris insieme con le iconiche Marilyn, Mao, Flowers e Campbell’s Soup. Affiancheranno l’artista di Pittsburg altri fuoriclasse della Pop Art Americana tra cui Roy Lichtenstein rappresentato al meglio con un’opera del 1965, Indiana con un imponente tappeto “Love” e Mel Ramos con una importante tela del 1968.

La Pop Art italiana vede in prima linea la Scuola Romana con un nutrito corpus di opere anni ’60, tra cui spicca una rara “Oasi” di Mario Schifano del 1967, Tano Festa con “La cacciata dal Paradiso” del 1969 (opera monumentale di quasi 4 metri), “Frammento di Grande Ala” di Franco Angeli del 1965, il gesto tipico “JFK” di Sergio Lombardo e una museale tela di Sergio Mauri “The end” del 1970.

La Pop Art milanese e le nuove tendenze pop italiane degli anni ’60 sono rappresentate da opere di Enrico Baj, di cui segnaliamo “Gian Battista della valle di Venafro” del 1964, Lucio Del Pezzo con opere anni ‘60, Aldo Mondino con una “American Flag” realizzata con i cioccolatini di Peyrano e per finire uno storico Ugo Nespolo del 1974 “Oriente” che rappresenta appieno la capacità narrativa Pop.

Il Nouveau Réalisme vede in esposizione la fondamentale opera a quattro mani Warhol/Arman “Poubelle frozen civilization”, carica di valori critici ed emotivi nei confronti della società consumistica, ma anche un’opera di Rotella del 1960 “Con occhio falso” e opere datate di Hains, Cesar, Spoerri e Christo.

 La chiesa di San Gregorio a Cherasco, da poco restaurata e adibita ad esposizioni d’arte, con il progetto “ICONS” ospita una ricca sezione dedicata alla Cracking art con le celeberrime “Plastiche” di grandi dimensioni (I Suricati, le Chiocciole, il Delfino) ma anche un’ampia visione sugli artisti pop contemporanei da Marco Lodola con le sue installazioni illuminate, all’ironico pop di Luca De March, alle opere citazioniste pop di Maifo e Renè.

 Non meno importante qualitativamente e numericamente l’esposizione a Casa Francotto a Busca.

Warhol è rappresentato da un acrilico su tela “Mao”, rarissima tela pezzo unico, ma anche da un autoritratto e da un ritratto di Keith Haring. Anche qui l’artista americano sarà affiancato da Roy Lichtenstein, rappresentato al meglio con un’opera del 1975, Indiana con la “The Berlin Series”, Robert Rauschenberg e Jim Dine.

La Pop Art italiana vede la scuola romana con una rara “Composizione dedicata a Balla” del 1964 di Mario Schifano, Sergio Lombardo con il gesto tipico “La Pira” e una museale opera di Mario Ceroli del 1969.

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