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Cinema Massimo

Torino riscopre la regista dimenticata, Elvira Notari

Doppio appuntamento, mercoledì 8 e venerdì 17 ottobre, per riscoprire il suo cinema

Torino riscopre la regista dimenticata, Elvira Notari

Elvira Notari

A lungo dimenticata, in questi ultimi tempi Elvira Notari – la prima regista del cinema italiano – è al centro di una meritata, anche se tardiva, riscoperta: quest'anno in particolare, in occasione dei 150 anni dalla sua nascita, una serie di iniziative la ricordano e da oggi (mercoledì 8) anche Torino partecipa alle sue celebrazioni.

Sono appena tre lungometraggi, due brevi documentari e alcuni frammenti, 163 minuti in tutto, ciò che resta della sua filmografia: una minuscola percentuale (realizzò circa 60 film, a quanto risulta, ma sono andati perduti) che è però sufficiente a capirne il valore. Questa sera al cinema Massimo alle 21 è prevista la proiezione di “‘A Santanotte”, del 1922, tratto da una celebre canzone napoletana.

Il film, muto, viene proposto in una versione sonorizzata da Michele Signore con i testi originali di Pasquale Ziccardi e Alessio Sollo e il contributo dell’autore Pasquale Fama e dello storico Ferdinando Russo. Sul palco del cinema di via Verdi lo stesso Signore (violino, mandoloncello e mandolino), Umberto Maisto (chitarre e plettri), Anastasia Cecere (flauti), Simona Frasca (clarinetto) e Dolores Melodia (voce e fisarmonica). Sarà presente anche Antonella Di Nocera, che presiede il Comitato Elvira Notari.

Non basta: la riscoperta di Notari prosegue venerdì 17 ottobre, quando il regista Valerio Ciriaci sarà sempre al cinema Massimo, ospite del Museo nazionale del cinema, per introdurre la visione del suo documentario – presentato in anteprima a settembre alla Mostra di Venezia – “Elvira Notari. Oltre il silenzio”, in cui ne ricostruisce la storia e racconta il lungo percorso che l’ha riportata alla luce dopo decenni di oblio.

«Da fantasma ai margini della storia del cinema, Elvira è riemersa come una presenza viva che trascende i confini del cinema muto», spiega Ciriaci. «Il nostro film vuole essere un catalizzatore di queste energie: un invito a riscoprire Elvira e a esplorare come la forza di una memoria condivisa possa non solo trasformare la percezione del passato, ma anche generare nuove possibilità espressive».

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