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Palcoscenico

Dal palco al salotto: la nuova vita del cabaret privato

Nelle grandi città si riscopre il piacere dello spettacolo a casa: la comicità intima di Paride Mensa e il successo di “Bunet e Cabaret”

Paride Mensa

Il cabarettista torinese Paride Mensa

C’è un palcoscenico che non ha luci, né sipario. È il tavolo di una sala da pranzo, illuminato da qualche candela e da risate vere. In un’epoca in cui le grandi città si svuotano la sera per timore o stanchezza, il cabaret si reinventa: non più spettacolo da locale, ma esperienza privata, raccolta e conviviale. L’intrattenimento a domicilio è la nuova tendenza che unisce la comicità italiana all’intimità delle relazioni sociali, riportando la risata tra amici, come un tempo si portava il vinile da ascoltare insieme.

La spinta viene anche da fattori sociali: traffico, insicurezza, costi dei biglietti sempre più alti e la crescente abitudine di vivere la città in modo selettivo. Uscire la sera, in molte città, può diventare una piccola impresa. Così lo spettacolo si sposta: invece di cercare un pubblico, lo raggiunge direttamente. Non si rinuncia alla performance, ma se ne cambia il contesto: la scena diventa il soggiorno di casa o un tavolo di ristorante, e lo spettatore si trasforma in complice dell’artista.

A Torino, uno dei pionieri di questa formula è Paride Mensa, attore e cabarettista con un talento naturale per la battuta fulminante. Mensa ha portato la sua ironia fuori dai teatri e dentro le case, creando un nuovo tipo di serata: “Bunet e Cabaret”. Il nome, irresistibile, racchiude il concetto in sé: il dolce della tradizione piemontese e il dolce della comicità dal vivo. Dopo il dessert, arriva lo spettacolo. Niente palco, niente sipario, solo storie e sketch che si dipanano tra i commensali, tra il tintinnio dei bicchieri e le risate che si rincorrono.

È un’idea semplice e geniale insieme. Mensa prepara la scena come un ospite di riguardo, non come un artista in tournée. Si muove tra i tavoli, coinvolge, improvvisa. Le sue battute arrivano a bruciapelo, nate spesso dalle situazioni stesse della serata. Non c’è barriera tra attore e pubblico: tutti fanno parte del gioco. In questo contesto domestico e conviviale, l’umorismo acquista una nuova dimensione, più umana e partecipata. Lo spettatore non è più uno sconosciuto in platea, ma parte integrante della narrazione.

Il fenomeno, tuttavia, non è confinato al Piemonte. In molte città italiane — da Milano a Roma, da Bologna a Napoli — si moltiplicano le richieste di spettacoli “su invito”. Comici e attori abituati ai palchi dei club o dei teatri hanno iniziato a proporre versioni ridotte dei loro show per cene private, feste di compleanno, eventi aziendali. È un ritorno alle origini della comicità, quando la risata era una forma di socialità diretta, non mediata da schermi o scenografie.

Non si tratta di una sostituzione, ma di una trasformazione culturale: le esibizioni pubbliche continuano a esistere, ma accanto a esse cresce un nuovo modo di fare spettacolo, più autentico e personale. È anche una risposta alla crescente esigenza di sicurezza e comfort. Molti preferiscono restare in contesti familiari, evitando spostamenti notturni e zone affollate. La casa diventa teatro, e il cabaret ritrova la sua funzione più antica: far ridere insieme, guardandosi negli occhi.

“Bunet e Cabaret” non è solo un format, ma un simbolo della metamorfosi dello spettacolo contemporaneo. La comicità di Paride Mensa, leggera e tagliente, diventa un ingrediente del convivio, come il vino o il dessert. L’artista non domina la scena, ma la condivide, restituendo alla risata il suo valore sociale e liberatorio. Dopo anni di spettacoli mediati da schermi e piattaforme, questa forma di cabaret da salotto riporta l’arte del ridere al suo nucleo più vero: la vicinanza umana.

In fondo, il futuro dello spettacolo potrebbe somigliare sempre più a una cena tra amici. Dove si brinda, si scherza, si ascolta e, alla fine, si ride di gusto. Perché, come dimostra Paride Mensa, non serve un teatro per fare ridere: basta un tavolo, un bunet e la voglia di stare insieme.

Per prenotazioni: archiviodelcinema@libero.it; 375.5588866.

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