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Il personaggio

Raoul Bova ritrova la pace in famiglia e a Torino recita con suo figlio

L’attore romano stasera e domani sul palco del Teatro Gioiello con lo spettacolo “Il nuotatore”

Raoul Bova

Raoul Bova a teatro

Di poche ore fa la notizia divulgata dal solito Alberto Dandolo su “Oggi” di un accordo trovato con la ex moglie Rocío Muñoz Morales a fronte, però, di un lauto assegno mensile. È così che ricomincia, in pace, la nuova vita di Raoul Bova in seguito allo scandalo per la scappatella con la giovanissima Martina Ceretti. Una pace dovuta, inoltre, alla presenza fissa al suo fianco della collega Beatrice Arnera originaria, tra l’altro, proprio di Acqui Terme e, oggi, sua compagna. Innamorato e in pace, il bell’attore romano è pronto per darsi in pasto al pubblico di Torino, oggi e domani al Teatro Gioiello, nello spettacolo “Il nuotatore”, per la regia di Luca De Bei, ispirato alla vera storia di Alfred Nakache e al libro “Uno psicologo nei lager” di Viktor E. Frankl. Un impegno importante per Bova tanto da fargli prendere una breve pausa dal set blindato e dai ritmi serrati della 15esima stagione di “Don Matteo” le cui riprese sono iniziate ad agosto a Spoleto. La messa in onda è prevista per la primavera del 2026. Ma, stasera, i torinesi (biglietti ancora disponibili su circuito ticketone) potranno ammirare Bova dal vivo attraverso questo struggente spettacolo che vede, inoltre, le musiche originali di Francesco Bova, il secondogenito nato dal primo matrimonio dell’attore con Chiara Giordano, oggi anche suo collega. Insomma, nonostante i brutti momenti, il bel Raoul sembra avere ritrovato la sua serenità e l’equilibrio con tutta la sua grande famiglia allargata.

Lo spettacolo racconta di Alfred Nakache, un nuotatore francese di origine ebraica, detentore di un record mondiale. Ad Auschwitz era il detenuto numero 172763. Nonostante la prigionia e le inaudite privazioni, non ha mai smesso di allenarsi tuffandosi nell’acqua gelida di un bacino idrico. La sua forza, la sua incrollabile determinazione, gli hanno permesso di attraversare l’orrore del campo e di salvarsi. Tornato poi a gareggiare, ha ottenuto un nuovo record e ha partecipato alle olimpiadi di Londra. Ad Auschwitz è stato internato anche Viktor Frankl, uno psichiatra austriaco che, subito dopo la liberazione, ha scritto un libro sull’esperienza vissuta e su coloro che, proprio come Nakache, sono riusciti a superare quella prova terribile.

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