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Teatro Colosseo

Joe Bastianich debutta a teatro: «E dopo il palcoscenico vado nelle Langhe a mangiare tartufi»

L’imprenditore e musicista sabato a Torino con “Money- Il bilancio di una vita”

Joe Bastianich

Joe Bastianich, classe 1968

Il titolo è un po’ provocatorio: “Money”, soldi. Ma l’ha scelto volutamente così, perché, dice Bastianich, «parlare di soldi in Italia è un soggetto tabù, non è così in America». I soldi, però, spiega, «sono solo il filo conduttore per parlare di identità, di sogni, di rapporti familiari, di libertà». Insomma, per fare il bilancio della sua vita. “Money - Il bilancio di una vita” è lo spettacolo che Joe Bastianich porterà in scena, insieme con Roberto Dibitonto, Michele “Mike” Frigoli, Diego Paul Galtieri, Davide Rossi, sabato 15 novembre (ore 20,30), al Teatro Colosseo di Torino. Sarà l’occasione per il pubblico di scoprire un Bastianich non solo imprenditore, non solo esperto di ristorazione – sua madre Lidia è una rinomata chef americana -, non solo personaggio televisivo o scrittore o musicista, ma ora anche attore, uomo di teatro. E prossimamente, anticipa, sarà regista di film. «Girerò un film sull’immigrazione istriana in America. Chi meglio di me che l’ha vissuta (Bastianich è figlio di esuli istriani, ndr.)».

Le tante anime di questo poliedrico personaggio, diventato volto notissimo al pubblico del piccolo schermo con le sue partecipazioni a otto edizioni di “Masterchef”, l’ultima nel 2018 (ora conduce il programma televisivo “Foodish” su TV8), prenderanno vita in questo spettacolo, con cui ha debuttato a Trieste il 24 ottobre scorso, scritto dallo stesso Bastianich, da Tobia Rossi e Massimo Navone, che cura anche la regia. Uno show in “Broadway style”, recitato, cantato, musicato. «Le musiche sono originali – rivela -, le ho composte io». Pure compositore.

Come mai è approdato al teatro?
«Fa parte del mio percorso. Nella mia vita ho fatto di tutto, ho lavorato nel ristorante italiano dei miei genitori nel Queens, sono stato muratore, ho un passato nella finanza. E poi ho fatto tanta tv, libri e altro. Mi mancava il teatro»

Lei ha detto di essere stato bullizzato da piccolo.
«Sì, un po’ come succede a tanti bambini, perché ero ciccione, ero un italo americano, a casa mia si mangiavano cose diverse da quelle degli americani, insomma ero uno sfigato».

Uno sfigato che oggi ha più di venti ristoranti in giro per il mondo e più di tremila dipendenti. La cucina rimane dunque una delle sue grandi passioni. Ma a casa che cosa mangia?
«Mi piace la cucina semplice. Io “mangio” gli ingredienti. Gli ingredienti devono essere di prima qualità, come le acciughe del Mar Cantabrico o il burro della Normandia. A casa mia c’è sempre una minestra di legumi. Poi mi piace la pasta e fagioli, i fagiolini all’uccelletto, gli agnolotti al plin, il brasato al Barolo».

Le piace allora la cucina piemontese?
«Moltissimo, in particolare quella delle Langhe. È il top, è la prima in Italia. Anzi, è la prima cucina al mondo. In questi giorni in cui sarò a Torino per lo spettacolo andrò nel Monferrato per mangiare il tartufo bianco».

Che spettacolo sarà?
«Se saremo bravi faremo ridere, piangere e pensare».

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