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AMARCORD
10 Giugno 2023 - 19:51
n Quella del 1957 è un’alluvione dimenticata. Una delle tragedie che colpì il Piemonte che ci siamo lasciati alle spalle, senza memoria; contrariamente a quanto avvenne in altre parti d’Italia, negli stessi anni (si pensi all’alluvione del Polesine). Eppure, quello che avvenne nel ‘57 fu un evento drammatico. Un evento terribile, perché colpì mezza regione.
Andiamo con ordine: il giugno del ‘57 fu straordinariamente piovoso. Ad essere minacciati per primi dalla piena dei torrenti furono i paesi delle valli, in particolare quelli sullo Stura: a Vinadio si persero le tracce di un giovane insegnante di scuola, che finì inghiottito da una voragine provocata dall’erosione del terreno, davanti agli occhi terrorizzati della fidanzata. Il giovane, Mario Melchio, si sarebbe dovuto sposare pochi giorni dopo.
La notizia della sua scomparsa finì però travolta dal peggiorare continuo della situazione meteorologica, che si aggravava costantemente minacciando anche la Valle Susa, dove i vigili del fuoco dovevano usare le barche per aiutare le famiglie rimaste intrappolate perché residenti troppo a ridosso dei corsi d’acqua, ormai in piena.
A Bussoleno crollò il ponte della diga del cotonificio della valle, e un mare d’acqua si riversò in paese.
A Borgone di Susa i vigili del fuoco arrivarono in barca per salvare alcune famiglie rimaste intrappolate. In molti paesi le campane tornarono a suonare a martello, come nei tempi di guerra. Il Po tracimò allagando una vasta zona tra Carmagnola, Lombriasco, Pancalieri, Casalgrasso, Faule, Polonghera. Le ore tra il 14 ed il 15 giugno furono quelle peggiori: in tutta la regione non si contavano più i fiumi esondati o che destavano significativi livelli di allerta. Gli occhi erano naturalmente puntati sul grande Po, mentre alcune valli come quella Germanasca erano isolate.
A Torino esondarono il Po e la Dora, trascinando via una famiglia che viveva in zona Bertolla, vicino alla confluenza tra i due fiumi. Fu salvata dai soccorritori. Mentre via Borgo Dora finì sott’acqua (oltre 70 centimetri!), in via Casalborgone, la parrocchia del Santissimo Sacramento finì allagata e il tetto crollò sull’abitazione del curato, monsignor Gorgellino.
L’acqua del Po arrivò fino a lambire piazza Vittorio Veneto. Ad Asti straripò il Tanaro; stessa situazione in molte altre località dell’Alessandrino. Insomma: il 16 giugno 1957 mezzo Piemonte era alluvionato o isolato, perché i collegamenti stradali e ferroviari erano stati interrotti. Incalcolabili i danni ad imprese e colture. Quello del 1957 fu un mare d’acqua che non è ricordato; dimenticato dalla memoria. Fu un oceano di fango dal quale il Piemonte si è saputo risollevare. A fatica, ma come sempre con il sudore della fronte e il duro lavoro di tutti.
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