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La parola ai lettori

Le lettere a TorinoCronaca del 18 settembre

Frecce tricolori, perché quella strada non era chiusa? - Grazie per aver aiutato mio marito con l'Inps - La lettura e l'inverno dello spirito - Per l'immigrazione schieriamo l'Onu in Africa

Le lettere a TorinoCronaca del 18 settembre

Pensioni
Grazie per
il vostro aiuto
Vi scrivo in merito all’articolo pubblicato sull’edizione del 13 settembre, firmato da Federico Gottardo. L’ex poliziotto citato (Matteo Bramante) è mio marito. Voglio ringraziare la Vostra testata (l’impegno nel segnalare le ingiustizie è continuo) e il Vostro validissimo collaboratore per quanto riportato nel suo articolo e per i risultati che è riuscito a farci ottenere con l’Inps. Un caro saluto.
Renata Soprini

Letture
Tra Veneziani
e Yourcenar
Gentile Direttore, Sto leggendo con interesse il saggio di Marcello Veneziani dal titolo “Scontenti”, uno spaccato della nostra società occidentale che sta perdendo energia vitale per innumerevoli motivi, che lui esamina dettagliatamente. Mi hanno colpita, in modo particolare, queste parole “.... Credo che la perdita della dimensione pubblica e storica, politica ed ideale e la crescita abnorme della sfera privata, ego-narcisistica alimentata dalla sfera del web, sia anche dovuta al calo della fede e della lettura e questo sovverte la tesi progressista che pronosticava dal calo della fede un aumento di cultura; invece la sconfitta dell’una è stata pure la sconfitta dell’altra, a seguire...”. Ho pensato spesso che la fede fosse un ostacolo alla libertà del pensiero ma il pensiero va nutrito, alimentato dalla cultura per poter avere orizzonti ampi se no rischia di girare solo su sé stesso. Queste parole mi hanno fatto ricordare una frase della scrittrice francese Marguerite Yourcenar che è stata spesso citata a proposito dell’importanza della lettura ma che fa sempre bene rileggere: “... Fondare biblioteche che accolgano i lettori è un po’ come costruire granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito...”.
Valeria Massa

La tragedia delle Frecce tricolori: perché quella strada non era chiusa?

Gentile direttore, sul nostro quartiere Parella, in molti erano felicissimi della festa per le frecce tricolori per festeggiare il loro centenario. Poi i due incidenti differenti, di cui uno gravissimo in cui è mancata una bimba, ha spento l’entusiasmo di tutti e i vari commenti si sono trasformati da elogio ad accusa nei confronti delle frecce tricolori, considerate pericolose, perché passavano a raso tetto sulle nostre case. Quello che è accaduto alla famiglia coinvolta è una vera tragedia per tutti, pilota compreso. Il pilota però, ora accusato di disastro aereo e omicidio colposo, ha evitato sicuramente il peggio con la sua estrema manovra,per evitare di finire sui caseggiati. Da profana mi sono chiesta perché quella strada fosse aperta al traffico veicolare. Poi ho letto una testimonianza di un pilota, quindi di una persona esperta che dichiara che “l’aereo della pattuglia acrobatica è un monomotore. E se ti pianta l’unico motore, perché ha inghiottito un uccello, non hai l’altro che ti consente il decollo e un atterraggio di emergenza. Ci sono spesso convegni e una letteratura in materia che dobbiamo conoscere, specialmente dopo il caso dell’Hudson River a Manhattan, raccontato nel film Sully. Ma quando ti capita, ci sei soltanto tu, il tuo aereo, magari i passeggeri che trasporti, e tutto l’addestramento che hai fatto. Capita spesso il bird-strike, più di quanto non si immagini. Ma come si vede, sugli aerei passeggeri, che hanno due o quattro motori, non ci sono mai vittime. A meno che gli uccelli non mettano fuori uso tutti i motori. Ma, ripeto, l’MB339 delle Frecce Tricolori è un monomotore”. Io continuo a chiedermi se, per la sicurezza di tutti, non era meglio chiudere in questa speciale occasione, il traffico alle auto. Un pensiero alla famiglia,ma anche al pilota, tutti coinvolti in questa tragedia.
Federica Fulco

Immigrazione
Perché non si
muove l’Onu?
Egregio dottor Fossati, di questi tempi ci vuole coraggio ad esprimere le proprie idee senza essere fucilati sul campo. Ma siccome sono una testa dura, combattente, lotterò per esprimere ad alta voce, quello che penso. La mia esperienza di oltre 50 di attività a contatto con la politica mi portano a considerare il comunismo e l’islam due cancri della società moderna. Le loro ideologie settarie non su conciliano con la nostra cultura e la nostra Costituzione. La sinistra oggi rappresenta il partito dei diritti, tutto è dovuto con i soldi degli altri. La destra oggi rappresenta il partito dei doveri che fa vedete la realtà della situazione e chiede di rimboccarsi le maniche. I sussidi sono finiti. Non c’è più trippa per gatti. Coloro che predicano l’accoglienza non ancora hanno ospitato a casa loro un clandestino. Sono 20 anni che sbarcano sulle nostre coste, ma nessuno pensa di sbarcare in Africa, con la forza ONU ed aiutare lì chi ha bisogno. Si scatenerebbe il finimondo, lì ormai la fanno da padroni Russia e Cina. Prima la facevano da padroni tutti i paesi europei a vario titolo. Non credo che qualcuno abbia la soluzione in tasca se si usano metodi democratici.
Cosimo Golia

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