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L'INTERVISTA

«Sbarchi alieni e disagi mentali
col “mio” Musiné sullo sfondo»

Il regista Giorgio Cugno parteciperà con “Alien food” al Torino Film Industry

«Sbarchi alieni e disagi mentalicol “mio” Musiné sullo sfondo»

“Alien food” è il film diretto dal piemontese Giorgio Cugno, ambientato in parte sul monte Musiné di cui riprende le leggende

Mercoledì 29 novembre alle 19 al cinema Romano (ingresso libero fino a esaurimento) è in programma l’anteprima di “Alien food”, diretto dal piemontese Giorgio Cugno e ambientato in parte sul monte Musiné, di cui riprende le leggende legate a un ipotetico sbarco alieno. La proiezione è inserita nella sezione Torino Film Industry del Torino Film Festival.
Dopo un lungo viaggio nei festival iniziato a gennaio a Rotterdam, il film arriva a Torino.
«Siamo molto contenti anche perché finalmente possiamo dare una risposta alle tante persone che aspettavano questo momento. Cosa c’è meglio del Tff? Tutto è partito da qua: siamo stati in tutto il mondo, ora in qualche modo siamo qui e siamo grati dell’opportunità».
“Alien food” è una piccola produzione dai grandi temi sociali: come lo avete costruito?
«Affrontiamo il tema del disagio psichico: il protagonista è un uomo bipolare che esce dalla comunità in cui vive per essere affidato a una famiglia. Lì entra in sintonia con una ragazzina e dal loro legame prenderanno il via molti eventi del film».
Il lavoro di scrittura è stato molto lungo?
«Un percorso di circa 12 anni, l’idea è ispirata dal servizio Iesa, la prima realtà in Italia che lavora in questo modo, nata a Collegno grazie al direttore Gianfranco Aluffi. Il disagio psichico non è un virus ma dal 2008 a oggi si sono diffuse sempre di più malattie come il bipolarismo: entro il 2030 sarà la maggior causa di morte, più dei tumori».
La leggenda degli alieni sul monte Musiné non è inventata.
«No di certo! Nel film la ragazzina è appassionata di fantascienza, suo nonno le raccontava leggende legate al Musiné. Sono originario della Valle di Susa, è una montagna che conosco fin da bambino. Per questa parte devo ringraziare il Mufant e il Cisu, ci hanno fornito consulenze e oggetti di scena».
Il Musiné da sempre, fin dall’antica Roma, genera miti e leggende: come mai?
«Non so bene perché ma è vero che attira tanta gente, mentre facevo i sopralluoghi ho incontrato di tutto, persone con il metal detector che cercavano residui alieni, appassionati in arrivo dalla Francia, ma ci sono anche tracce di sedute spiritiche e molto altro!».
“Alien food” nasce anche grazie a un’eccellenza come il TorinoFilmLab, in che modo?
«È stata un’esperienza importante, sono entrato in un network che mi ha permesso di conoscere tante persone, come colui che è diventato il sound designer del film, il danese Peter Albrechtsen, che ha lavorato con gente come Lars Von Trier e Christopher Nolan».

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