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TEATRO CONCORDIA

«Raffaella! Il mio omaggio alla Carrà»

Beatrice Baldaccini dà il volto alla conduttrice, ballerina e cantante scomparsa due anni fa

«Raffaella! Il mio omaggio alla Carrà»

Beatrice Baldaccini nei panni di Raffaella Carrà

Sul palco una band di cinque elementi che suona dal vivo, sei ballerini-performer e poi lei, la regina della tv italiana. Con il suo caschetto biondo, la sua eleganza, la sua ironia, la sua energia, canterà Maracaibo, “Chissà se va”, “Ma che musica maestro”, “Rumore”, “A far l’amore comincia tu”, “Ballo ballo”, “Tanti auguri” e altri successi. E poi si esibirà nel “Tuca Tuca”, danzerà e farà il cambré, quel tipico colpo di schiena con la testa in giù, diventato un suo marchio di fabbrica. Beatrice Baldaccini dà voce e volto all’icona pop, alla mitica Raffaella Carrrà, nello spettacolo “Raffaella! Omaggio alla Carrà”, che va in scena martedì 21 dicembre (ore 21) al Teatro Concordia di Venaria con la regia di Gabriele Colferai, la direzione artistica di Claudia Campolongo e le coreografie di Angelo Di Figlia.

Un recital, quello prodotto da Teatro Verdi di Montecatini, dove l’artista toscana, reduce dai successi teatrali di “Balliamo sul mondo” e Pretty woman”, renderà omaggio ad un vero mostro sacro dello star system italiano. E all’inizio, confessa, «avevo paura a confrontarmi con un’icona del genere, anzi, avevamo tutti paura, anche il regista, la produzione». Ma alla fine tutto è stato superato con l’idea di trasmettere al pubblico un po’ dello spirito di Raffaella, in modo rispettoso, senza imitarla. Perché Raffaella resta, comunque, inimitabile. «Canterò con la mia voce, non cercherò di ricalcarla» ha dichiarato Beatrice. Con la sua voce canterà 18 tra i brani più famosi della Carrà, cui faranno da sfondo le coreografie. Anch’esse non semplici imitazioni degli originali.

Di Figlia, infatti, le ha volute contaminare con hip hop, house, vogueing.
Sul palco di corso Puccini 1 con la Baldaccini ci sarà anche il regista Colferai. Vestirà i panni di Angelino, uno sfegatato fan di Raffa, il quale partecipa ad un concorso televisivo, per vincere un pomeriggio in compagnia del suo mito, direttamente a casa sua. È questa un po’ la storia che sta alla base del musical. A due anni dalla sua scomparsa, il mito della Carrà è più vivo che mai. Precorritrice del femminismo, la soubrette, dice Beatrice, «ha rappresentato la libertà di essere se stessi».

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