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27 novembre 1095

L’appello di papa Urbano II alla difesa della Terrasanta

Il Pontefice, durante il consiglio di Clermont, invoca la prima crociata

L’appello di papa Urbano II alla difesa della Terrasanta

L’appello di papa Urbano II alla difesa della Terrasanta

Poche pagine di storia suscitano ancora tante emozioni e anche tanti dibattiti come le Crociate, anche se di anni ne sono passati - eccome! - da quando il più bel fiore della nobiltà europea decise di rispondere all’appello del papa e di partire per l’ignoto, verso la Terrasanta. Era il 27 novembre 1095 quando, al Concilio di Clermont, papa Urbano II indisse quella che venne chiamata la prima “crociata”. Cosa si celava dietro questa campagna militare? Cerchiamo di fare chiarezza, pur nella sintesi di un breve articolo, perché la Terrasanta, come sappiamo, è ancora oggi terra di scontri violenti religiosi. Le crociate erano la risposta dell’Europa alla minaccia islamica, e non erano certamente un’idea di Urbano II, in quanto da secoli i cristiani cercavano di respingere gli arabi che premevano sui confini. In Spagna da tempo si assisteva ad una disordinata ma costante crociata che passò sotto il nome di Reconquista, la quale finì soltanto nel 1492 con la presa di Granada e la fine del regno moresco. Dunque, il papa non inventò nulla, ed il suo appello fu oltretutto disertato dai più: semmai, l’importanza della sua azione è da ricercarsi nello spostamento del terreno di scontro dall’Europa al Medio Oriente, direttamente “in casa” dell’avversario. Il tutto per difendere - se così possiamo dire - i pellegrini diretti nei luoghi santi. Gli stessi cavalieri impegnati nella crociata si definivano così, pellegrini. Pellegrini in armi, il che può sembrarci un controsenso ma nel Medioevo le cose funzionavano in modo un po’ diverso. E così, speciali pellegrini armati presero la via di Gerusalemme, in modo per lo più spontaneo, mossi dalla convinzione che spada e croce potessero coesistere.

L’Europa viveva d’altronde un’epoca di rinascita demografica e culturale straordinaria, mentre il mondo islamico di allora avvertiva dei primi segni di decadenza dopo molti secoli di splendore. Nel 1099 i cavalieri cristiani presero Gerusalemme e ne fecero la capitale di un piccolo regno crociato che, grossomodo, era grande quanto l’attuale Israele. Costantemente minacciato dai nemici esterni, il Regno di Gerusalemme cadde sotto la pressione del forte esercito del Saladino e dei principi musulmani, ma soprattutto ebbe termine perché i cristiani non riuscirono a creare una solida dinastia regnante e si dilaniarono in faide e giochi di palazzo. Noi piemontesi avemmo un ruolo determinante nella storia delle crociate, poiché esponenti di Casa Savoia e del Marchesato del Monferrato si distinsero in questa lunga vicenda, i cui strascichi sono ancora sentiti: la frattura tra Oriente e Occidente è ancora aperta a distanza di secoli ed è risaputo che certe frange dell’islamismo radicale intendono vendicare gli antichi affronti subiti nell’epoca delle crociate. Come se oggi l’Occidente, del tutto apostata del suo passato culturale e religioso, possa ancora considerarsi “crociato”. Anzi: i primi a non comprendere più i presupposti e i motivi delle crociate di quel tempo lontano, a ben vedere, siamo proprio noi.

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