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L'anteprima

Carramba! Un'intervista mai letta a Raffaella: "Io, la Rai che non mi vuole, i reality. E a Sky ho detto..."

Le confidenze della Carrà, scomparsa due anni fa, ad Aldo Dalla Vecchia e altre storie segrete della televisione

Carramba! Un'intervista mai letta a Raffaella! "Io, la Rai che non mi vuole, i reality. E a Sky ho detto..."

Se ne andava due anni fa Raffaella Carrà, l’icona della televisione italiana, un personaggio che andava oltre i balletti, le trasmissioni, la simpatia. Un personaggio che ha fatto la storia della televisione, della Rai in particolare. Ma che, a un certo punto, si sentiva messa da parte dall’emittente di cui era stata una colonna. E Sky la corteggiava: con una vera e propria “proposta indecente”, cui lei rispose in una maniera sorprendente, ma in linea con i suoi principi.

Oggi, quel piccolo segreto retroscena, torna alla luce grazie a una intervista praticamente inedita, realizzata da Aldo Dalla Vecchia, giornalista di lungo corso e autore televisivo (tra i vari programmi, “Mistero” condotto da Enrico Ruggeri). Com’era stato quell’incontro con Raffaella Carrà? «Era l’estate del 2009. Lavoravo nella carta stampata e in televisione da più di due decenni, e lei era uno dei pochi personaggi dello spettacolo italiano che non avevo ancora intervistato. Ci riuscii in occasione de “Il Gran Concerto”, un programma per i più piccoli in onda su Rai Tre di cui Raffaella Carrà era autrice insieme a Sergio Japino, condotto da Alessandro Greco, protagonista la musica classica. Ricordo perfettamente il suo arrivo mentre scendeva dall’auto per assistere alle registrazioni, nell’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino: minuta, esile, il caschetto biondo appena più lungo del solito, tutta di bianco vestita: camicia, jeans aderenti, scarpe. L’intervista non fu delle mie più obiettive: all’inizio lei era guardinga e sulle sue, poi, non appena realizzò che chi aveva davanti era cresciuto con i suoi programmi che conosceva a memoria, si sciolse. A distanza di tanto tempo, mi rimane il ricordo di una donna di 66 anni semplice, bella, sorridente, decisa, con un carisma unico e una voce profonda».

Quella Raffaella Carrà rivive oggi nel libro di Aldo, “La tele a Torino” (BuendiaBooks, 5,50 euro), in cui Dalla Vecchia ricostruisce la storia della Rai a Torino, passando attraverso un “dizionario” dei tanti personaggi: non solo la Carrà, ma anche Umberto Eco, Alba Parietti, Luciana Littizzetto, volti noti e meno noti. E interviste, racconti, aneddoti, piccoli grandi segreti.

Come quelli di Raffa, cui Aldo chiedeva se nella tivù attuale ci fosse poca passione. «Un po’ la passione nasce con te, un po’ te la insegnano a suon di scudisciate. Io sono stata sgridata tante volte agli inizi... Ho avuto il tempo di imparare, cosa che adesso purtroppo molti ragazzi non hanno più. Oggi si prende un format, lo si copia, oppure si fa un reality. È un tipo di televisione che a me non piace, ma che rispetto». Salvava “Amici”, ma «quello che proprio non sopporto sono i litigi tra professori, le urla. L’inferno della lite a tutti i costi non mi piace perché non è vero. Può accadere che uno litighi violentemente, ma non tutte le settimane. Non è reale, è reality». E il rapporto con la Rai, in quel periodo? «L’ex direttore di Rai Uno [Fabrizio Del Noce, nda] ha lasciato tutto programmato per i prossimi mesi. Evidentemente io non rientro in questo programma». E allora, ecco farsi avanti Sky. Ma Raffaella...


Una storia bellissima da scoprire o riscoprire, che sarà protagonista dell’anteprima dedicata ai nuovi titoli di BuendiaBooks mercoledì 6 dicembre, al Circolo dei Lettori di Torino (via Bogino 9), alle 18.

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