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IL PIATTO FORTE

Il puciu, dal campo alla tavola
un’antica delizia da Riscoprire

Il nespolo germanico, ovvero il tesoro perduto della cucina invernale

Il puciu, dal campo alla tavolaun’antica delizia da Riscoprire

nespolo germanico

Si sta come un puciu. È un detto che si dice ancora, e che identifica il frutto del Nespolo germanico, parente meno noto del Nespolo giapponese, che invece è più diffuso e più conosciuto. Il Nespolo germanico presenta dei frutti piccoli e dal sapore “antico”, nel senso che è difficile inquadrarli in qualcosa di noto, associandoli a frutta che si trova al supermercato. Il “puciu” ha un sapore vagamente simile al cachi, ma è più acidulo. Non allappa la bocca, ma il suo gusto rimane a lungo in bocca.
Certo, a patto di sbucciare la scorza, piuttosto dura, e di scartare i grossi semi presenti all’interno. Rimane ben poco da mangiare, dopo aver pulito questo piccolo frutto, ma un tempo si faceva così. D’altronde il puciu è un frutto antico, che non si coltiva più.

Si penserà: forse non si coltiva perché tra buccia e semi non rimane niente da mangiare. Eppure altri piccoli frutti, come il litchi, si coltivano e sono immancabili nel periodo natalizio. Anche lì si mangia poco, ma guai a non presentarne un po’ in tavola. La scomparsa del puciu è un peccato, perché fa parte della tradizione della campagna piemontese, essendo forse il più classico dei frutti invernali di un tempo.

Al punto che, come detto, vi era l’espressione popolare “stare come un puciu”, in riferimento al fatto che questi frutti venivano conservati a lungo per l’inverno sotto la paglia.
Si stava al calduccio come un puciu, per l’appunto. Come le mele, che se ben conservate duravano fino a primavera, così i puciu erano un frutto che poteva durare per settimane, fino ai primi giorni di caldo.

Se raccolto prima della completa maturazione, il piccolo frutto del Nespolo germanico poteva conservarsi a lungo. Un tempo dunque i puciu si raccoglievano in autunno, quando erano ancora non commestibili; venivano messi nella paglia, in modo che il calore ammorbidisse lentamente la polpa rendendola anche dolce. E se i frutti maturassero troppo presto e tutti insieme? Niente paura, si può fare la marmellata di puciu. Una ricetta semplice, come tutte quelle contadine. Con 200-300 grammi di nespole, ovviamente al netto degli scarti, e l’aggiunta di zucchero quanto basta, si potrà ricavare un’ottima composta, meglio se con l’aggiunta di una mezza mela e di un po’ di miele per stemperare il sapore acidulo del puciu. Un goccio d’acqua permetterà di raggiungere la giusta cremosità, perché la polpa del puciu è molto densa.

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