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49 a.C.
06 Gennaio 2024 - 17:58
Giulio Cesare varca il Rubicone
“Il dado è tratto”. Ma poi, Giulio Cesare avrà davvero detto così, al momento di varcare il Rubicone (secondo la tradizione, l’11 gennaio del 49 a.C.)? Il gesto di Cesare nel varcare il Rubicone è uno degli eventi storici che ha segnato profondamente l’antica Roma e ha avuto conseguenze durature sulla storia dell’Impero. Questo atto audace e decisivo, intrapreso nell’inverno del 49 a.C., rappresenta un punto di svolta cruciale nella vita di Cesare e nella storia dell’antica Repubblica romana.
Il Rubicone era un fiume che segnava il confine naturale tra la provincia romana dell’Italia e la Gallia Cisalpina, dove Cesare era attendato con le sue truppe. Secondo la legge romana, ai generali con un esercito era vietato varcare il Rubicone e entrare armati nel territorio romano.
Questa regola fu istituita per preservare l’autonomia politica di Roma dal pericolo di un colpo di stato militare. Tuttavia, Cesare si trovava in una posizione delicata. Le tensioni politiche tra lui e il senato romano, guidato da Pompeo, erano giunte a un punto critico. Cesare, conscio delle manovre ostili e delle minacce che incombevano su di lui una volta terminato il suo mandato come governatore della Gallia, sapeva che se fosse rientrato a Roma senza un esercito, sarebbe stato a mercé dei suoi nemici politici, rischiando di essere processato e condannato.
La famosa frase “Alea iacta est” (Il dado è stato lanciato) è attribuita a Cesare mentre varcava il Rubicone con le sue truppe. Questo gesto simboleggiava la decisione irreversibile di Cesare di sfidare le leggi romane e di marciare su Roma, dando così inizio a una guerra civile. L’ennesima.
Il varcare il Rubicone da parte di Cesare fu un atto di grande coraggio e determinazione. Questo gesto risolutivo ebbe un impatto immediato, scatenando eventi che avrebbero cambiato il corso della storia romana. Mentre marciava verso Roma, molti dei suoi sostenitori (i “populares”) si unirono a lui lungo il cammino, aumentando il suo esercito e la sua forza politica. La guerra civile che ne seguì vide Cesare emergere come vincitore assoluto.
La sua vittoria sull’esercito di Pompeo a Farsalo nel 48 a.C. confermò la sua supremazia e il suo potere su Roma. Cesare divenne dittatore perpetuo e portò una serie di riforme politiche ed economiche che cambiarono radicalmente la struttura del governo romano. Tuttavia, il suo successo ebbe un tragico epilogo con il suo assassinio nel 44 a.C. Da quel momento in poi, l’Impero romano affrontò un periodo di instabilità politica che portò alla fine della Repubblica e all’inizio del Principato sotto Ottaviano, il futuro Augusto.
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