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L'intervista

La verità sulle mafie nigeriane? E' un romanzo d'avventura

Andrea Monticone parla di "Nigeria" la nuova storia ad altissima tensione del colonnello Sodano

Andrea Monticone

Andrea Monticone con il premio internazionale Switzerland Prize

Dopo quasi quattro anni (e tanti riconoscimenti) arriva finalmente una nuova avventura del colonnello Gabriele Sodano, personaggio seriale nato dalla penna del giornalista di TorinoCronaca e scrittore Andrea Monticone e amatissimo dai lettori e dagli addetti ai lavori per il suo carattere irruento e fuori dagli schemi, la sua ironia caustica e il profondo senso della giustizia (non della legge), che lo porta ad andare sempre fino in fondo, a ogni costo… e questa volta più che mai.

NIGERIA

Andrea Monticone

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Magic Ugbalo, aspirante boss della mala nigeriana, non è morto ed è diventato potentissimo: domina i loschi affari a Barriera di Milano con il terrore e il fanatismo quasi religioso. Si definisce un risorto. Ma in Nigeria c'è un uomo, un pentito, che potrebbe dargli scacco. Gabriele Sodano, discusso investigatore della Dia, deve andare a Lagos per incontrarlo e portarlo in Italia. Ma in terra d'Africa lo aspetta una trappola mortale. Tra agguati, intrighi, un misterioso missionario e un'agente della polizia nigeriana coraggiosa e affascinante, Sodano vivrà la sua ultima avventura?

Nigeria prosegue (e ribalta!) la vicenda incominciata con Carne mangia carne: com’è stato tornare a scriverne? Il colpo di scena (o “plot twist”, per usare un’espressione cara alle serie TV) era già previsto?
"È stato divertente, più che previsto il colpo di scena è stato una tentazione fortissima, poco tempo dopo aver scritto 'Carne mangia carne'. Magic è un personaggio che non poteva uscire di scena semplicemente e, per molto tempo, ho pensato che in fondo a Sodano mancava una vera nemesi, al di là del sistema giudiziario e delle gerarchie con cui non ha mai fatto pace. Ma un colpo di scena non può esistere così solo per il fatto di essere tale, altrimenti diventa un salto dello squalo. Tutto deve essere calato nel giusto contesto e allora nasce una storia che ti può aprire nuovi scenari, farti scrivere in 'zone' dove non ti sei mai addentrato".

In questo racconto lungo (o romanzo breve) ci porti addirittura in un altro continente…
"È stato il richiamo dell’avventura, degli scenari internazionali – che io e Sodano, in fondo, abbiamo già frequentato – di certi romanzi o spy story del passato, quei libri che non venivano mandati in libreria con l’etichetta 'thriller' ma 'romanzo'. Romanzi d’avventura, ecco è così che mi piace definirli. Per quanto mi sia divertito, negli ultimi anni, a calare Sodano in duri noir metropolitani, ho sentito il bisogno di scartare dai soliti sentieri. Posso essere sincero? C’è una inflazione di noir metropolitani,
di autori che scrivono di periferie come se, un giorno, avessero preso il tram sbagliato e scoperto che c’è vita su Marte! Io odio annoiarmi, sia da lettore sia da scrittore. E poi non è più divertente giocare nel campo dei Deaver, degli Alfred Coppel, dei De Villiers anziché dei criceti detective?"

Con questa nuova avventura (molto, molto rischiosa) arriviamo a un punto di svolta per il tuo personaggio seriale Gabriele Sodano, anche nella sua sfera privata… Cos’altro dovremo aspettarci?
"Sodano è ormai cinquantenne, come me. È il momento dove scopri che c’è davvero tutta un’altra vita attorno a te,
dove sei finalmente libero come non lo eri a trenta o a quarant’anni. E dove rischi anche di perdere tutto. Cosa
aspettarci? Questo è lo scontro finale" (sorride).

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