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Parole Shock
07 Febbraio 2024 - 00:00
Gino Paoli, ospite al Festival di Sanremo 2023 (Fonte Rai)
Gino Paoli si è recentemente concesso ad una chiacchierata nel podcast Tintoria, direttamente dalla splendida città di Genova.
Il celebre cantautore italiano, ha espresso un'opinione tranchant sul Festival di Sanremo. Nonostante fosse stato tra gli ospiti dell'edizione precedente, Paoli non nasconde la sua delusione per come si è evoluto il famoso evento musicale.
"Siamo sicuri di ricordare Sanremo come il Festival della canzone italiana, dove una volta i protagonisti erano le canzoni, non chi le cantava. Il festival era una sorta di bacino in cui le case discografiche mandavano il loro pezzo più forte, la canzone che ritenevano migliore. Sanremo era una vetrina di prestigio, un palcoscenico per far brillare i pezzi migliori della musica italiana". E' proprio questa l'immagine che Paoli ha del festival di un tempo.
(Fonte Rai)Ma allora, cosa è cambiato? Perché Paoli si è lasciato sfuggire una definizione così dura? Secondo il cantautore, le case discografiche hanno notato il potere di Sanremo come evento di risonanza nazionale, e hanno iniziato a sfruttarlo a loro vantaggio. Invece di inviare il loro pezzo più forte, hanno iniziato a inviare un prodotto pronto per essere promosso. Da lì, la televisione ha colto l'opportunità di sfruttare il successo di Sanremo, trasformandolo in quello che Paoli definisce "uno squallido spettacolo".Per Paoli, Sanremo oggi è un miscuglio di elementi che hanno poco a che fare con la musica: scandali, ballerine, nani. La qualità delle canzoni non è più quella di una volta, sostiene il cantautore, e molte di esse non resistono alla prova del tempo. La competitività è talmente acuta che alcuni artisti arrivano al punto di affermare: "Se non vinco mi ammazzo". L'importanza del festival è diventata tale che arriva a pesare sulle spalle degli artisti in maniera quasi insostenibile. In conclusione, secondo Paoli, Sanremo non è più il festival della canzone italiana, ma un evento in cui "arrivano soprattutto canzoni di mer**".
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