l'editoriale
Cerca
Lavoro
02 Aprile 2024 - 11:05
Smart Working
Il panorama lavorativo italiano si trasforma nuovamente: dal 1° aprile 2024, sono entrate in vigore nuove norme riguardanti lo smart working. Queste regole aprono la strada alla competitività e alla flessibilità, ma portano anche significativi cambiamenti per i lavoratori e le aziende.
Con la fine delle semplificazioni legate allo smart working, si torna alle regole ordinarie. Ciò significa che per lavorare in modalità agile, sarà necessario stipulare un accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente. Inoltre, le comunicazioni obbligatorie dovranno essere inviate per poter lavorare da remoto.
Le categorie di lavoratori che hanno potuto beneficiare dello smart working semplificato fino al 31 marzo 2024 erano i genitori con figli minori di 14 anni e lavoratori fragili (ovvero coloro che hanno bisogno di un’apposita certificazione medica per dimostrare la maggiore esposizione ai rischi da Covid).
I dati relativi allo smart working in Italia sono in crescita. Nel 2023, i lavoratori da remoto sono stati più di 3,5 milioni, e la stima per il 2024 è di 3,65 milioni di smart worker. Questo trend coinvolge principalmente le grandi imprese, con oltre il 96% di adozione di iniziative di lavoro agile. Tuttavia, anche le PMI stanno seguendo questa tendenza, con il 56% di esse che ha implementato forme di smart working.
L’adozione dello smart working ha conseguenze sia positive che negative. Da un lato, riduce l’impatto ambientale, evitando gli spostamenti e riducendo le emissioni di CO2. Dall’altro, allarga i confini del lavoro, permettendo ai lavoratori di operare al di là dei limiti geografici tradizionali. Secondo uno studio, 2 giorni a settimana di lavoro da remoto evitano l’emissione di 480 kg di CO2 all’anno per persona.
Nel settore privato, per ottenere lo smart working, sarà necessario stipulare un accordo individuale con l’azienda. Questo accordo può essere precedente o di nuova stipula, ma vale per tutte le categorie di lavoratori. Non saranno più possibili richieste di smart working con metodo semplificato, senza accordo individuale.
La legge prevede alcune priorità per determinate categorie di lavoratori. Queste includono:
Per quanto riguarda gli accordi di smart working stipulati durante la pandemia possono essere a tempo determinato o indeterminato. In quest’ultimo caso, possono essere apportate variazioni, ad esempio sulla ripartizione delle giornate tra lavoro in presenza e da remoto e non è necessario comunicare tali accordi al Ministero del Lavoro. Tuttavia, gli accordi a termine, se rinnovati, dovranno essere comunicati.
Nella pubblica amministrazione, invece, lo smart working semplificato per i fragili era già terminato alla fine del 2023. Ora, la possibilità per i dipendenti pubblici di lavorare da casa dipenderà da accordi individuali, secondo la direttiva del Ministero per la Pubblica Amministrazione firmata il 29 dicembre 2023.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..