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Saldi estivi
03 Luglio 2024 - 12:44
Saldi estivi 2024
I saldi estivi sono alle porte e, per la prima volta da anni, la spesa media dei piemontesi rimane stabile a 140 euro. Un dato che, se da un lato rappresenta un segnale positivo per i consumatori, dall'altro non risolve le preoccupazioni dei commercianti. Ascom «propone spostiamoli ad agosto».
La data ufficiale dei saldi estivi è fissata per sabato 6 luglio, fino al 31 agosto. Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio, quest'anno per l'acquisto dei capi scontati ogni famiglia spenderà in media 202 euro, per un valore complessivo complessivo nazionale di 3,2 miliardi di euro e di oltre 300 milioni per il Piemonte.
«Paradossalmente», afferma Micaela Caudana, presidente di Fismo-Confesercenti «il meteo pazzo di questi ultimi mesi potrebbe aiutarci: le piogge e il brutto tempo hanno finora scoraggiato gli acquisti, mentre il miglioramento annunciato per i prossimi giorni dovrebbe portare a un loro incremento». Tuttavia, questo incremento delle vendite avverrà principalmente a prezzi scontati, compromettendo la redditività delle aziende.
Lo sguardo dei negozianti piemontesi è, dunque, rivolto al cielo: se ci sarà bel tempo si prevede una buona stagione di saldi, se, al contrario, continueranno le perturbazioni atmosferiche ci sarà poca voglia di acquistare capi e accessori estivi.
«Stiamo ragionando su un’ipotesi che potrebbe piacere a molti operatori» , dichiara il coordinatore del Gruppo Moda di Ascom Confcommercio Torino e provincia, Roberto Orecchia e titolare dello storico Vestil, in piazza Statuto. «Ovvero, l’adeguamento del periodo promozionale ai nuovi trend climatici e alle nuove abitudini dei consumatori spostandone l’inizio ad agosto, in modo che a settembre e ottobre si possano ancora fare buoni acquisti e non si debbano mettere in vetrina cappotti e sciarpe, quando abbiamo ancora temperature estive o semi estive».
I costumi da bagno e l'abbigliamento per il mare sono indicati come prima scelta dalla metà dei piemontesi, un dato in aumento rispetto al 45% dello scorso anno. Seguono t-shirt e top (42%), gonne e pantaloni (41%), calzature (38%) e intimo (38%). Infine, borse e piccola pelletteria (25%) e abiti (20%).
Fuori dall'ambito dell'abbigliamento, sono molto richiesti biancheria e articoli per la casa, cellulari ed elettronica di consumo, prodotti che però sono appannaggio delle piattaforme web o della grande distribuzione.
Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, ha dichiarato: «Finalmente un livello di spesa in linea con le scorse stagioni, dopo anni nei quali siamo stati costretti a registrare una lenta ma inesorabile contrazione del budget destinato ai saldi».
Tuttavia, i commercianti di abbigliamento continuano a essere estremamente preoccupati dell'andamento del settore, dal momento che con i saldi recupereranno al massimo le vendite mancate degli scorsi mesi.
Secondo l'Ufficio studi di Confesercenti, il budget complessivo che i piemontesi destineranno allo shopping sarà di 180 milioni di euro: solo il 19% dei consumatori impiegherà una parte della propria quattordicesima per i saldi, mentre il resto della mensilità aggiuntiva verrà riservata al risparmio o alle spese obbligate (bollette, mutui, finanziamenti).
Lo scontrino medio si aggirerà sui 140 euro. Circa la metà dei piemontesi approfitterà degli sconti per i propri acquisti nei negozi fisici: «Questa tendenza si è già manifestata nelle ultime stagioni: è positivo che una parte dei consumatori continui a preferire i negozi di vicinato, che garantiscono qualità, professionalità e un rapporto diretto con la clientela. Tuttavia, rimane l'esigenza di rivedere l'attuale modello dei saldi, sempre meno adeguato ai nuovi modelli di consumo e alla concorrenza del web».
«Ad ogni stagione di saldi – evidenzia la presidente di Ascom Confcommercio Torino, Maria Luisa Coppa – riaffiorano problematiche che non hanno ancora trovato soluzione, come la concorrenza sleale delle svendite anticipate e i ribassi spropositati dei colossi del web, che, lo ricordiamo, non pagano le tasse come i nostri imprenditori. Auspichiamo che il Comune voglia intensificare gli sforzi soprattutto in questo periodo, valorizzando le nostre qualità e quel qualcosa in più che si può trovare solo in un negozio, sia esso storico o nuovo, a conduzione famigliare o gestito da giovani pieni di energia, e che difficilmente potrà essere ritrovato in un outlet, e, sicuramente, non su una piattaforma on line».
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