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Tecnologia

158km asfaltati interamente da robot e droni senza nessun lavoratore umano: l'autostrada del futuro si trova in Cina

Il tratto della superstrada che collega Pechino-Hong Kong-Macao rappresenta una pietra miliare nel settore delle infrastrutture

I robot adesso costruiscono anche le auto...strade (e pare senza buche)

In Cina, un'autostrada è stata completamente ricostruita da robot, senza alcun intervento umano. La pavimentazione della superstrada che collega Pechino-Hong Kong-Macao è stata infatti riasfaltata per un tratto complessivo di ben 158 chilometri attraverso l'utilizzo di un "pavimentatore automatico a guida autonoma". Questo evento costituisce una pietra miliare nel settore delle infrastrutture essendo la prima realizzata grazie all'impiego dell'intelligenza artificiale, droni e robot. 

La realizzazione di una strada asfaltata rappresenta un processo articolato che esige un’approfondita pianificazione e il coordinamento di diverse fasi operative, ognuna delle quali richiede competenze specifiche. Il progetto ha inizio con la predisposizione del terreno, che prevede la "rimozione di eventuali ostacoli" e la "livellazione della superficie". Successivamente, "si installano le fondamenta", costituite da strati di ghiaia o altri materiali capaci di assicurare stabilità e un adeguato drenaggio. Una volta ultimata la preparazione del substrato, si procede con la stesura dell’asfalto, impiegando apposite macchine per ottenere una superficie omogenea. Tale processo tradizionale coinvolge un numero di operai variabile – da 5 a 20 persone – in relazione alla lunghezza e alla complessità del progetto.

Questi lavoratori sono impegnati in vari compiti, che spaziano dalla "gestione delle attrezzature al controllo della qualità del lavoro" ma la robotica e l'automazione stanno rivoluzionando il settore, riducendo il bisogno di manodopera e incrementando l'efficienza. Recenti progetti in Cina hanno visto veicoli autonomi assumere ruoli di rilievo nella costruzione e manutenzione delle strade. Questa impresa è stata resa possibile grazie a una serie di macchinari forniti dalla Sany, un affermato produttore di robot meccanici "pesanti", che ha introdotto un pavimentatore automatico a guida autonoma largo 20 metri. Questo strumento ha rivoluzionato l’ingegneria civile, attirando l'attenzione di numerosi investitori stranieri grazie alla sua capacità di stendere un unico nastro di asfalto per l'intera larghezza della carreggiata, migliorando la levigatezza e l’integrità strutturale del manto stradale, eliminando quindi le fastidiose giunzioni percepibili sotto i pneumatici. Inoltre, sono stati impiegati sei “schiacciasassi” — il termine colloquiale per indicare il rullo compressore — da 13 tonnellate ciascuno per compattare l'asfalto appena posato, affiancati da altri tre rulli da 30 tonnellate ciascuno.

Questi macchinari si muovono lungo la carreggiata seguendo uno schema ordinato, stabilito da algoritmi di intelligenza artificiale e da una rete di rilevazioni satellitari, permettendo così di misurare con un'approssimazione di un centimetro lo spessore dell’asfalto. In tal modo, si evitano parti mal compresse e si garantiscono qualità e uniformità del manto stradale, riducendo la necessità di manutenzione nel lungo termine. Una serie di droni dotati di lenti ottiche e sensori ad altissima definizione monitorano la presenza di cartellonistica e identificano eventuali tratti che richiedano interventi specifici, completando il processo. Ogni macchina è inoltre dotata di "cancelli digitali" che, in caso di ostacoli — sia umani che non — entro un metro intercettati dai radar, causa lo spegnimento immediato del macchinario.

L'utilizzo di droni e robot nella costruzione stradale sembra quindi offrire numerosi vantaggi, tra cui la possibilità di lavorare 24 ore su 24 senza errori e senza la necessità di squadra di operai. Questo non solo velocizza i lavori, ma li rende anche più sicuri dal momento che l'intervento umano è previsto unicamente in rarissime situazioni di emergenza e di conseguenza anche il numero di infortuni sul lavoro si riduce praticamente a zero. Inoltre, il tasso di superamento delle ispezioni risulta superiore rispetto ai metodi tradizionali

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