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Sportegolando

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Olivier Niggli

RESPONSABILITÁ

«Nella decisione si è ritenuto che non vi fosse alcuna colpa di Sinner. La nostra posizione è che esiste ancora una responsabilità dell'atleta nei confronti di coloro che lo circondano. Quindi è questo punto giuridico che sarà discusso al Tas. Non contestiamo il fatto che possa essersi trattata di contaminazione ma riteniamo che l'applicazione delle norme non corrisponda alla giurisprudenza. Personalmente comunque trovo che la tutela della reputazione di un atleta debba essere la nostra prima preoccupazione. Viviamo in un mondo in cui i social sono quello che sono e fanno sì che una reputazione possa andare in fumo in brevissimo tempo».
Olivier Niggli, direttore generale dell'Agenzia mondiale antidoping, spiega perché Jannick Sinner non è ancora salvo


ORGOGLIO

«Papà era tanta roba, era imponente, buonissimo e non solo come genitore. Andarsene a 53 anni per una malattia che pensavi di avere sconfitto è stato un colpo al cuore per tutti. Poi è arrivato il Bologna nel nostro destino. Un’emozione forte, io che voglio fare l’allenatore e che comincio da dove aveva finito papà. Un motivo di orgoglio infinito, non posso fallire, voglio che dal cielo lui sia orgoglioso di me. Mi diceva sempre: fai quello che ti piace, ma studia. E io sto seguendo questi consigli. Ho capito che amavo il pallone già da quando giocavo, poi vivendo accanto a mio padre la passione è aumentata».
A due anni dalla morte di Sinisa, Miroslav Mihajlovic  racconta la sua prima esperienza come allenatore nelle Giovanili del Bologna

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