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Lavoro
16 Dicembre 2024 - 10:00
Dal 1° gennaio 2025 cambiano le regole per accedere alla Naspi, l’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori subordinati. Un emendamento introdotto dai relatori della manovra finanziaria mira a frenare il fenomeno dei cosiddetti "furbetti della Naspi", rendendo più stringenti i requisiti per coloro che hanno dato dimissioni volontarie da un contratto a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti.
Ma cosa cambierà concretamente? E quali sono i motivi dietro questa modifica normativa? Approfondiamo le novità.
A partire dal 1° gennaio 2025, un lavoratore che abbia dato dimissioni volontarie da un impiego a tempo indeterminato potrà accedere alla Naspi solo a specifiche condizioni:
Questa modifica ha l’obiettivo di evitare che i lavoratori si dimettano volontariamente per poi accedere alla Naspi tramite un nuovo impiego breve o intermittente, pratica che negli ultimi anni ha generato diversi abusi.
Secondo quanto spiegato dai relatori della manovra, il provvedimento è nato per contrastare il fenomeno delle dimissioni strategiche seguite da rioccupazioni brevi, finalizzate unicamente a garantire l’accesso all’indennità di disoccupazione. Tale pratica, oltre a pesare sulle casse pubbliche, è spesso associata all’elusione del ticket di licenziamento, un costo che le aziende devono sostenere in caso di interruzione dei rapporti di lavoro.
Questa situazione ha reso necessario un intervento normativo, sia per ridurre i costi per le imprese, sia per garantire che la Naspi venga concessa solo a chi ne ha effettivamente diritto.
Al momento, i requisiti per accedere alla Naspi restano i seguenti:
L’indennità è calcolata sulla base della retribuzione percepita e viene corrisposta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive degli ultimi quattro anni. Inoltre, la decorrenza è fissata dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto lavorativo.
Le nuove regole avranno un impatto significativo su lavoratori e datori di lavoro:
Se da un lato questa modifica mira a rafforzare la trasparenza e a prevenire comportamenti opportunistici, dall’altro potrebbe penalizzare alcune categorie di lavoratori, in particolare:
Le imprese, invece, vedranno una potenziale riduzione dei costi indiretti legati al pagamento dei ticket di licenziamento.
Se da un lato queste norme mirano a garantire maggiore equità e a prevenire abusi, dall’altro richiederanno maggiore attenzione da parte dei lavoratori che cambiano impiego.
Un monitoraggio attento nei primi mesi di applicazione sarà fondamentale per valutare l’impatto effettivo delle nuove misure, sia sul fronte dei lavoratori che su quello delle aziende.
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