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Oltre la musica
18 Dicembre 2024 - 17:51
«Pensate a quello che fate, non fate cose che vi possono rovinare la vita, ricordate che si può cadere tante volte, l’importante è imparare dai propri errori e rialzarsi», ma lui, Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, 23 anni, non lo ha fatto ed è ricascato dritto, dritto nei suoi errori. Le parole pronunciate durante il concerto evento al Forum di Assago dello scorso 14 dicembre, sono state seguite ancora una volta da fatti sbagliati. Ecco quali. Il trapper milanese agli arresti domiciliari in seguito alla condanna per resistenza a pubblico ufficiale, ha violato il permesso di sorveglianza speciale con il quale aveva ottenuto la possibilità di esibirsi e la stessa sera di sabato si è fatto pizzicare, fuori orario, a spasso per Milano a bordo della sua Lamborghini. L’ennesima bravata per Baby Gang - uno dei rapper più amati con i suoi 2 miliardi di stream, l’italiano più ascoltato nel mondo secondo Spotify - che sabato sera prossimo, 21 dicembre, però, potrà ugualmente esibirsi all’Inalpi Arena di Torino.
La vicenda di Baby Gang di questi giorni viaggia in parallelo con quella di Tony Effe che in queste ore ha scosso il mondo della musica. Invitato al concerto di Capodanno di Roma, infatti, alcuni esponenti del Pd ne hanno ottenuto l’esclusione per via, appunto, dei suoi testi considerati troppo “violenti e sessisti”. Un fatto che ha suscitato immediatamente la reazione dei colleghi Mahmood e Mara Sattei, anche lori invitati nella Capitale, i quali hanno deciso di non esibirsi e di difendere il collega appellandosi alla libertà di espressione e parlando di un grave episodio di censura. “Date le decisioni prese in merito al Capodanno di Roma, anch’io non prenderò parte all’evento. Non trovo corretto impedire a un artista di esibirsi, privandolo della sua libertà di espressione” ha scritto sui social la Sattei, così come tanti altri suoi colleghi, compreso Jovanotti, indignati da questa sorta di bavaglio imposto al cantante. Una polemica che, certamente, andrà avanti per le lunghe e che vedrà seguaci e oppositori. Il lato brutto del rap è rappresentato spesso dai fatti, come nel caso di Baby Gang, e a volte solo nelle parole, come Tony Effe che non ci pensa due volte a parlare di stupri e altri generi di violenza. Un lato brutto che solo il talento di alcuni artisti ha saputo superare arrivando a farne poesia.
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