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L'iniziativa
09 Gennaio 2025 - 12:40
Che i cani siano i migliori amici dell’uomo è un fatto indiscusso, ma che potessero diventare anche i salvatori dei vigneti è qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato. In California, però, un progetto innovativo sta dimostrando che l’olfatto sopraffino dei nostri amici a quattro zampe può essere l’arma segreta per contrastare alcune delle più gravi minacce alla viticoltura: il leafroll virus e le infestazioni da cocciniglie.
I protagonisti di questa rivoluzione hanno nomi che sembrano quelli di vini pregiati: Malbec, Sauvi B, Cab e Zinny. Non sono sommelier, ma cani addestrati per fiutare malattie e parassiti invisibili all’occhio umano. Malbec, un Labrador nero, e Sauvi B, uno Springer Spaniel inglese, sono specializzati nel rilevamento delle cocciniglie, mentre Cab, un Bracco tedesco, e Zinny, un altro Springer Spaniel, si occupano di individuare il temuto leafroll virus, noto anche come “virus dell’accartocciamento della vite”.
Il progetto, finanziato con una sovvenzione di oltre 428mila dollari dal Dipartimento di regolamentazione dei pesticidi della California, punta a creare un sistema di rilevamento precoce e non invasivo che possa funzionare in tempo reale. Un’idea tanto semplice quanto efficace: i cani vengono addestrati a riconoscere specifiche molecole emesse dalle viti malate, permettendo ai viticoltori di intervenire tempestivamente e di ridurre al minimo i danni.
I primi risultati sono impressionanti. Cab e Zinny hanno dimostrato di essere in grado di individuare il leafroll virus con una precisione del 93,4%, mentre nei campioni placebo – creati per testare la loro capacità di non confondersi – hanno raggiunto un’infallibilità del 100%. Malbec e Sauvi B, invece, hanno rilevato la presenza di cocciniglie con un’accuratezza del 97,3%, mantenendo anche loro una precisione del 100% nei campioni di controllo.
Naturalmente, un simile livello di eccellenza ha un costo. Secondo Wine Business, analizzare un vigneto di 16 ettari con due cani e un conduttore richiede un investimento di circa 5200 dollari. Una cifra che potrebbe sembrare alta, ma che si ripaga velocemente considerando i danni economici che malattie e infestazioni possono causare. Inoltre, il metodo permette di ridurre l’uso di pesticidi e trattamenti chimici inutili, rendendo la viticoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
I viticoltori californiani credono fortemente in questo approccio, e i risultati iniziali sembrano dare loro ragione. La combinazione di tecnologia e istinto animale non solo permette diagnosi più precise e rapide, ma apre la strada a una nuova era per il settore.
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