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Rubrica Road to the Oscars 2025

Emilia Pérez: il film che divide il pubblico e conquista gli Oscar

Una breve recensione sul film di Jacques Audiard

Emilia Pérez: il film che divide il pubblico e conquista gli Oscars

Il pubblico europeo lo applaude mentre quello latino americano lo fischia. Il film che ha ricevuto più nominazioni agli Academy Awards del 2025 ha saputo, nel poco tempo in cui è uscito nelle sale mondiali, a sensibilizzare e dividere il pubblico. Questo è "Emilia Pérez", scritto e diretto da Jacques Audiard.

LA STORIA

Il film racconta di Rita Mora Castro (Zoe Saldana), avvocatessa messicana che si trova a sprecare le sue potenzialità nel difendere potenti uomini corrotti. Questa viene reclutata da Juan "Manitas" del Monte, un boss del cartello narcotrafficante, il quale vuole mettere al sicuro la moglie Jessi (Selena Gomez) e i figli mentre inizia la transizione da uomo a donna, offrendo all'avvocatessa un’elevatissima somma di denaro. Rita, stanca di essere sottovalutata, accetta l'offerta e riesce in poco tempo a procurare a Manitas un dottore che le faccia tutte le operazioni necessarie per diventare a tutti gli effetti, una donna. Quattro anni dopo, Rita rincontra Manitas, ora Emilia Pérez (Karla Sofia Gascon) ad una cena a Londra per chiederle di riportare moglie e figli (che credono Del Monte ormai morto) in Messico per riaverli nella sua vita.

I PRO E I CONTRO

Le tre señoritas del film (Karla Sofia Gascon, Zoe Saldana e Selena Gomez) dominano l'intera pellicola in ogni scena in cui si trovano. L'interpretazione di Saldana sullo schermo non è affatto comparabile ai suoi precedenti lavori: la forza nei suoi movimenti di ballo, la sua voce a volte roca dalla stanchezza fisica e mentale sentita dal suo personaggio è il risultato di un grandissimo lavoro che le è valsa la candidatura per Miglior Attrice Non Protagonista. Altra sorpresa del film è stata senza dubbio Selena Gomez: l’attrice di “Only Murders in the Building” era già riconosciuta per la sua capacità nella recitazione e nella musica ma in “Emilia Pérez” ha raggiunto il suo massimo splendore, e Gascon ha avuto la rarissima opportunità di mostrare al pubblico la transizione uomo-donna nella maniera più drastica e reale, anche attraverso le forti parole sulla condizione sociale sentite dal suo doppio personaggio da lei cantate.

Peccato però per codesto fattore sociale che è stato soggetto di numerose critiche e anche boicottaggi da parte soprattutto del pubblico messicano stesso, i quali, per loro scelta, hanno deciso di non andare nelle sale e guardare le 2 ore e 10 della pellicola di Audiard. Critiche che se vengono esaminate per bene assumono un senso: tra gli stereotipi sulla cultura messicana (che nel film sembra ignorarne i lati positivi come la musica e le tradizioni in favore della tragedia del traffico di droga e dei rapimenti che colpiscono ogni giorno la popolazione) e il casting che, nonostante il duro lavoro svolto, non ha rappresentato appieno i messicani. Infatti, Zoe Saldana è di origini dominicane, mentre Karla Sofia Gascon è spagnola. Selena Gomez invece, ha discendenti messicane ma il suo fortissimo accento americano nei dialoghi in spagnolo non ha comunque convinto gli spettatori. 

In Europa invece il film è stato accolto con applausi e ammirazione per le interpreti e il regista che attraverso la sua esperienza di sceneggiatore e regista, ha presentato al pubblico europeo le condizioni di vita in un paese tanto bello quanto pericoloso (sebbene non sia lontanamente comparabile alla realtà vissuta dalle vittime). La musica audace, le canzoni che sfidano una società corrotta e l'interpretazione soprattutto di Saldana sono solo alcuni dei fattori che meritano di essere assimilati in sala.

Adesso che il film ha ricevuto ben 13 nominations (uno dei numeri più alti nella storia degli Oscars per un film non in lingua inglese), ha tutte le carte in regola per deliziare il pubblico in queste serate di inverno nelle sale cinematografiche. Si dice che un film, per essere ben fatto, debba far dimenticare ai suoi spettatori la loro realtà per tutto il tempo in cui sono seduti sulla poltrona. "Emilia Pérez" di Jacques Audiard decisamente è entrato a far parte di questa lista.

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