Cerca

Novità in libreria

L'avvelenatrice di uomini: intrighi e veleni fra donne e papi nella Palermo del '600

Il romanzo storico dell'inglese Cathryn Kemp edito da Nord

L'avvelenatrice di uomini: intrighi e veleni fra donne e papi nella Palermo del '600

Nel cuore oscuro del XVII secolo, Palermo diventa lo scintillante palcoscenico di una tragedia in cui la disperazione si intreccia con l'astuzia femminile nel romanzo storico di esordio di Cathryn Kemp, "L'avvelenatrice di uomini" (Nord, 20 euro, traduzione di Valentina Abaterusso), in uscita il 24 febbraio.

Corre l'anno 1632, e in una città pervasa dal silenzio notturno, due figure si muovono con circospezione. Sono Giulia e sua madre Teofania, i cui passi risuonano tra i vicoli oscuri, diretti verso il segreto rifugio di un convento. Qui, lontano da occhi indiscreti, danno vita a una creazione tanto controversa quanto letale: l’“acqua tofana”, un veleno invisibile ma spietato, capace di liberare le donne dalle catene di mariti violenti, padri autoritari o amanti prepotenti. Giulia, ancora un'adolescente di soli tredici anni, si erge come complice silenziosa e devota della madre, distribuendo la pozione salvifica durante la messa o nei segreti recessi di case e bordelli. Ma un giorno, il veleno di cui è custode diventerà la sua ultima risorsa.

Ventiquattro anni dopo, a Roma, l'ombra della peste oscura le strade della città nel 1656. In questo clima di morte implacabile, i decessi di uomini colpiti inspiegabilmente ma dall'aspetto florido destano sospetti. Giulia non può ignorare il pericolo che si avvicina a lei e alla figlia Girolama, poiché la sua creazione, ormai tristemente nota come "acqua tofana", è troppo gettonata. Quando la morte di un cardinale vicino al papa Alessandro VII accende i riflettori dell’Inquisizione su questo commercio mortale, la rete di donne che ha sostenuto Giulia si trova in bilico. Adesso, con l'Inquisizione alle sue calcagna, Giulia si prepara a confrontarsi con coraggio con il destino che ha forgiato per se stessa. Il suo viaggio giunge a un bivio drammatico: fermarsi significa arrendersi, fuggire vuol dire affrontare l'ignoto e il coraggio è la sua unica arma contro un futuro incerto.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.