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Per Wanda 500mila euro al mese
ville, case e anche un jet privato

Il complesso divorzio tra Wanda Nara e Mauro Icardi entra nel vivo tra richieste milionarie e scontri giudiziari internazionali

Per Wanda 500mila euro al meseville, case e anche un jet privato

Wanda Nara

Più che un divorzio è diventata una questione di principio e non ci saranno prigionieri. Il prossimo 11 marzo è in programma al Tribunale Civile di Milano la prima udienza di separazione tra Wanda Nara e Mauro Icardi che dovrebbe mettere fine alla loro unione dopo 11 anni, anche se il condizionale quando ci sono in mezzo loro è d’obbligo.
Come ha anticipato il Corriere della Sera, l’imprenditrice e conduttrice tv argentina è pronta per una richiesta monstre. «Fra separazione e divorzio, per sé e per il mantenimento delle due bambine di 10 e 9 anni una cifra complessiva di quasi 500mila euro al mese. Una somma in linea con uno stile di vita che contempla il noleggio del jet privato come unica soluzione di trasporto». Ma non è tutto perché anche l’ex attaccante di Sampdoria e Inter è pronto a dare battaglia. Icardi ha presentato infatti «una denuncia penale per sottrazione di minore e ha attivato una procedura internazionale richiamandosi alla convenzione dell’Aia al fine di ottenere il rimpatrio delle bambine a Istanbul». Le sue due figlie sono cittadine italiane, essendo nate nel nostro Paese, e sarebbero state trattenute dalla madre in Argentina senza il suo consenso.
Quando sia affetto reale e quanto una questione di principio non lo sappiamo e non tocca nemmeno a noi stabilirlo. In fondo però è la naturale evoluzione di quanto sta già succedendo in Argentina. Di recente un giudice del tribunale di Buenos Aires ha imposto alla Nara di riconsegnare subito le figlie al padre e di pagare una multa di oltre 70mila euro per non avere ottemperato. E Wanda intervistata dal popolare programma LAM ha spiegato di essere d’accordo: «Ciò che desidero di più è che le mie figlie crescano con il loro papà e che abbiano un rapporto. Voglio che le mie figlie abbiano contatti e crescano con il loro papà. Sarò io a dover ricostruire quel rapporto. Le mie figlie hanno una personalità molto forte e prendono le loro decisioni». Poi però con i suoi legali ha presentato ricorso e un nuovo giudice ha deciso di revocare le misure prese dal collega.

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