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Sleep influecer, sleep coach e anche sleeping streamer, il sonno ormai è un vero e proprio business

Alcuni consigli per riposare meglio per favorire il benessere del proprio corpo

Sleep influecer, sleep coach e anche sleeping streamer, il sonno ormai è un vero e proprio business

Un tempo era la pelle di coccodrillo, poi è arrivato il caviale. Oggi, il vero lusso si misura in ore di sonno. Nella società del "sempre connessi", dormire bene è diventato un privilegio, una meta irraggiungibile per molti. C’è chi ricorre agli integratori, chi si affida al rumore bianco, chi aspetta il weekend – o addirittura le ferie – per recuperare il sonno arretrato. Ma c’è anche chi ha trasformato il dormire in un vero e proprio business. Benvenuti nell’era degli sleep influencer.

Non sorprende che, in tempi di insonnia diffusa, sui social siano emersi gli sleep influencer, veri e propri recensori del riposo. Proprio come i beauty guru provano e valutano creme e rossetti, loro testano materassi, gadget per il relax, integratori e tecniche per addormentarsi velocemente, condividendo consigli con la propria community. Spesso privi di una formazione medica, offrono suggerimenti che vanno presi con le pinze: in caso di insonnia, meglio affidarsi a un esperto.

Ma gli sleep influencer non sono gli unici a trasformare il riposo in una professione. Secondo una ricerca di Babbel, l’app per l’apprendimento delle lingue, esiste un vero e proprio ecosistema di lavori legati al sonno. Gli sleep coach studiano le abitudini dei clienti per aiutarli a dormire meglio, mentre gli sleep technologist monitorano il riposo attraverso strumenti avanzati come la polisonnografia, analizzando onde cerebrali e respirazione.

E poi ci sono loro, gli sleeping streamer: creatori di contenuti che trasmettono in diretta… mentre dormono. Il confine con il voyeurismo è sottile, ma il loro scopo dichiarato è quello di creare un’atmosfera rilassante per chi guarda. Un fenomeno curioso, che dimostra quanto il sonno sia diventato una merce rara e preziosa.

Se da un lato cerchiamo di migliorare la qualità del nostro sonno con gadget e app, dall’altro facciamo esattamente il contrario: restiamo incollati agli schermi fino a tarda notte. Smartphone, tablet e pc sono nemici dichiarati del riposo, eppure continuiamo a usarli per ascoltare podcast rilassanti, seguire dirette ASMR o addirittura guardare qualcuno che dorme.

Le regole dell’igiene del sonno sono chiare: niente schermi a letto, niente email prima di dormire, niente notifiche a disturbare il relax serale. Eppure, il bisogno di una "disintossicazione digitale" è sempre più evidente. Secondo "Il Libraccio", catena impegnata nella promozione della lettura come strumento per la longevità mentale, riscoprire il libro sul comodino potrebbe essere la chiave per ritrovare un sonno ristoratore: "Un breve capitolo ogni sera può diventare un rituale per il benessere", in perfetta sintonia con la tendenza early night amata dalla Gen Z.

Il segnale più chiaro che il sonno sia diventato un bene di lusso? Le vacanze dedicate al riposo. Un sondaggio di CamperDays svela che, al momento di scegliere una meta, gli italiani hanno una priorità assoluta: dormire bene. Il 46% dei viaggiatori considera il comfort del letto un elemento essenziale.

E così nascono gli sleep retreat, strutture immerse nel silenzio e nel detox digitale, dove il sonno diventa il fulcro dell’esperienza. Gli hotel di fascia alta si attrezzano con esperti del riposo, screening notturni e persino "pillow menu" per scegliere il cuscino perfetto. Un lusso su misura, per chi può permettersi di sognare… nel vero senso della parola.

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