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I rimedi della nonna
21 Marzo 2025 - 17:15
Chi non ha mai sperimentato almeno una volta quel fastidioso “hic”? Il singhiozzo arriva all’improvviso, spesso senza preavviso, e nella maggior parte dei casi se ne va dopo pochi minuti. Ma quando si prolunga, può diventare un vero e proprio tormento, rendendo difficile parlare, mangiare o perfino respirare normalmente.
Il singhiozzo è causato da contrazioni involontarie del diaframma, il muscolo che separa torace e addome. Ogni spasmo fa chiudere rapidamente la glottide – la valvola tra apparato respiratorio e digerente – producendo il classico suono che conosciamo fin troppo bene. Le cause? Le più comuni sono un pasto troppo abbondante, l’ingestione rapida di cibo o bevande, sbalzi di temperatura tra bocconi caldi e sorsi freddi, o ancora l’ingestione eccessiva d’aria durante una risata.
Nel tempo, generazioni di nonne, amici e perfetti sconosciuti ci hanno suggerito ogni tipo di rimedio. Alcuni funzionano, altri… almeno fanno ridere. Ecco un elenco dei più noti:
- Bere piccoli sorsi d’acqua: uno dei metodi più diffusi e, secondo molti, tra i più efficaci. Aiuta a regolare il diaframma.
- Trattenere il respiro: respirare profondamente e poi non espirare per una decina di secondi può calmare le contrazioni.
- Mangiare un cucchiaino di zucchero: il granello crea uno stimolo nella gola che può interrompere lo spasmo.
- Succhiare una fetta di limone: il gusto aspro può “shockare” il sistema nervoso e far passare il singhiozzo.
- Ingoiare un cucchiaino di aceto: stesso principio del limone, ma decisamente più audace.
- Farsi spaventare: la classica (e temuta) tecnica del “boo!” improvviso. Non sempre eticamente raccomandabile, ma spesso citata.
- Starnutire o cercare di farlo: il movimento del diaframma può interrompere la sequenza del singhiozzo.
- Tirare la lingua delicatamente: sì, avete letto bene. Stimolare i nervi della gola può aiutare.
- Tappare le orecchie con le dita mentre si beve un bicchiere d’acqua: complicato da fare, ma per alcuni miracoloso.
- Respirare dentro un sacchetto di carta (non di plastica!): aumentando la CO₂, si può calmare il diaframma.
In genere il singhiozzo è innocuo e si risolve da solo o con uno di questi metodi. Tuttavia, se persiste per più di 48 ore, è il caso di consultare un medico. Episodi prolungati potrebbero essere sintomo di disturbi più seri, come reflusso gastroesofageo, pericardite, problemi gastrici o disturbi neurologici.
Nel dubbio, meglio non ignorarlo. Ma nella stragrande maggioranza dei casi, un cucchiaino di zucchero (o un bel sorso d’acqua) sono tutto ciò che serve per dire addio al singhiozzo.
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