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Salute e prevenzione

Smartwatch e intelligenza artificiale: una nuova frontiera nella rilevazione degli arresti cardiaci

Un algoritmo avanzato permette al dispositivo di identificare l’assenza di polso e chiamare automaticamente i soccorsi, aumentando le possibilità di sopravvivenza

Smartwatch e intelligenza artificiale: una nuova frontiera nella rilevazione degli arresti cardiaci

Ogni anno, in almeno un caso su due, l’arresto cardiaco avviene senza testimoni. Quando il cuore smette di battere correttamente, ogni minuto che passa riduce drasticamente le possibilità di sopravvivenza. In questi casi, l'intervento immediato è essenziale: bisogna chiamare i soccorsi, iniziare il massaggio cardiaco e, se disponibile, usare un defibrillatore. Ma cosa accade se la persona è sola? Un nuovo studio suggerisce che gli smartwatch potrebbero presto essere in grado di rilevare l’assenza di polso e attivare autonomamente una chiamata d’emergenza.

Una ricerca pubblicata su Nature e condotta da Google Research e l’Università di Washington ha sviluppato un sistema di apprendimento automatico in grado di identificare la perdita improvvisa del polso. Il progetto, intitolato Automated Loss of Pulse Detection on a Consumer Smartwatch, dimostra che il dispositivo può rilevare un arresto cardiaco e avviare una chiamata d’emergenza anche quando l’utente non è in grado di reagire.

Gli scienziati hanno addestrato l’algoritmo analizzando dati relativi al movimento e alla fotopletismografia, una tecnica che monitora la circolazione sanguigna attraverso raggi infrarossi. Il sistema è stato testato sia in ambienti clinici controllati sia nella vita quotidiana. I risultati indicano che lo smartwatch ha identificato correttamente l’arresto cardiaco nel 72% dei casi di immobilità, mentre la sensibilità scende al 53% nei soggetti in movimento. Nonostante alcune difficoltà nella rilevazione dell’assenza di battito, il tasso di falsi positivi è risultato estremamente basso: si stima che potrebbe verificarsi una falsa chiamata di emergenza ogni 21,67 anni di utilizzo.

Filippo Molinari, Ordinario di Bioingegneria al Politecnico di Torino, sottolinea l’importanza di bilanciare sensibilità e specificità: “La sensibilità misura la capacità di rilevare un arresto cardiaco quando effettivamente si verifica, mentre la specificità indica la capacità di evitare falsi allarmi. Anche se la specificità di questo sistema è molto elevata, bisogna ridurre ulteriormente i falsi positivi per evitare interventi inutili.”

Nonostante siano necessari ulteriori miglioramenti, lo studio dimostra il potenziale degli smartwatch nell’assistere le emergenze mediche. Ridurre il tasso di falsi allarmi e migliorare l’accuratezza della rilevazione sono i prossimi passi per rendere questa tecnologia uno strumento affidabile e diffuso. Se perfezionati, questi dispositivi potrebbero rivoluzionare la gestione dell’arresto cardiaco, aumentando significativamente le possibilità di sopravvivenza, soprattutto nei casi senza testimoni.

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