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02 Aprile 2025 - 22:30
Cory Booker (Fonte Instagram)
Ha parlato per oltre 24 ore consecutive, senza interruzioni e senza leggere un testo, sfidando la stanchezza, le regole del Senato e il peso della storia. Il senatore democratico del New Jersey Cory Booker ha frantumato ogni record parlamentare, superando persino la leggendaria maratona oratoria del repubblicano Strom Thurmond, che nel 1957 aveva parlato per 24 ore e 18 minuti per ostacolare il Civil Rights Act. Questa volta, però, la battaglia non è contro il progresso, ma contro chi — secondo Booker — vuole farlo regredire.
Nel suo discorso-fiume, il senatore afroamericano ha attaccato frontalmente Donald Trump e Elon Musk, accusandoli di «alimentare divisioni» e «indebolire le istituzioni democratiche». «Il nostro presidente però non è un angelo», ha scandito Booker, lasciando cadere le parole come pietre sul pavimento del Senato.
Al termine dell’intervento, un lungo applauso dei colleghi democratici ha segnato il superamento del record. Ma l’eco più potente è arrivato dal senatore del Connecticut Chris Murphy: «Quello che hai fatto oggi, Cory, è l’opposto di quanto accadde nel 1957. Allora si lottava contro un progresso inevitabile. Oggi, tu combatti contro una ritirata».
Visibilmente provato ma ancora lucido, Booker ha chiamato in causa la memoria del leader dei diritti civili John Lewis, figura che ha ispirato intere generazioni di attivisti e politici afroamericani: «Non so cosa direbbe John oggi. Ma so che non resterebbe in silenzio. Farebbe qualcosa. Direbbe qualcosa».
Il senatore ha proseguito senza appunti né teleprompter, rispondendo alle domande dei colleghi, parlando di giustizia, di diritti, di futuro. Un gesto simbolico ma potente, in un momento in cui l’America si interroga su quale direzione prendere. Se nel 1957 il discorso di Thurmond rappresentava una barricata contro i diritti civili, oggi quello di Booker si candida a diventare un baluardo per difenderli.
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