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"Amava il cinema e ha dato tanto a tutti noi", così Tom Cruise ricorda Val Kilmer

L'attore e produttore ha chiesto un minuto di silenzio al CinemaCon di Las Vegas in memoria del collega e amico scomparso

"Amava il cinema e ha dato tanto a tutti noi", Tom Cruise ricorda Val Kilmer

Quando un attore lascia il segno, non lo fa soltanto sullo schermo. Lo fa nelle pieghe della memoria collettiva, nelle emozioni che sa evocare e nei rapporti umani che costruisce lungo la sua carriera. Val Kilmer, scomparso il 1° aprile a 65 anni, è stato tutto questo. Icona trasversale del cinema americano dagli anni Ottanta in poi, è stato capace di attraversare generi e decenni con un’intensità silenziosa, lasciando un’impronta che oggi si rivela più nitida che mai. A ricordarlo con parole sentite è stato Tom Cruise, sul palco del CinemaCon di Las Vegas, davanti a una platea gremita di addetti ai lavori.

Il loro primo incontro risale al 1986, anno di uscita di "Top Gun". Kilmer era Iceman, l’antagonista affilato e carismatico del Maverick interpretato da Cruise. Un duello tra piloti, ma anche un confronto tra due giovani star in ascesa che avrebbero poi preso strade artistiche molto diverse. Se Cruise ha incarnato per decenni il modello del protagonista infallibile e ipercinetico, Kilmer si è spinto più spesso ai margini, inseguendo ruoli scomodi, talvolta eccentrici, sempre viscerali: da Jim Morrison in "The Doors" al tormentato Doc Holliday in "Tombstone", passando per Bruce Wayne in "Batman Forever".

Ma è stato proprio il ritorno in "Top Gun: Maverick" del 2022 a suggellare la forza di quel legame nato quasi quarant’anni prima. La breve, struggente scena in cui Iceman e Maverick si ritrovano, uno di fronte all’altro, non è solo un tributo narrativo: è un frammento di verità, dove la finzione cede il passo alla vita. Kilmer, già segnato dalla malattia, compare sullo schermo con voce sintetizzata ma con lo sguardo vivo, presente, umano. Cruise non recita: ascolta. E nell’ascolto, si percepisce tutto il rispetto maturato negli anni.

Il ricordo offerto da Cruise al Caesars Palace non è stato costruito con retorica, ma con pudore e riconoscenza. Ha invitato il pubblico a un momento di silenzio, ha parlato di ammirazione e gratitudine, ha scelto di ricordare Kilmer come "un uomo che amava il cinema e ha dato tanto a tutti noi". Parole semplici, senza fronzoli, e per questo tanto più incisive.

Il rapporto tra i due attori, al di là delle diversità caratteriali e professionali, si è rafforzato nel tempo. La loro storia comune è diventata simbolo di un cinema che sa rinnovarsi senza tradirsi, che riesce a emozionare non solo per la spettacolarità delle immagini, ma per la verità che custodisce dietro le quinte. Kilmer, con la sua sensibilità artistica e il suo approccio radicale al mestiere, ha rappresentato per Cruise un punto di riferimento meno appariscente, ma non meno importante.

Oggi che Kilmer non c’è più, resta il suo cinema. Restano interpretazioni che hanno attraversato generazioni, e che continueranno a parlare anche a chi non ne ha conosciuto la voce originale. Resta anche quel saluto sussurrato da Cruise, quasi un addio privato condiviso pubblicamente: "Ti auguro il meglio nel tuo prossimo viaggio". Un viaggio che, come ogni grande storia cinematografica, lascia dietro di sé una scia luminosa.

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